OPINIONE Letto 8470  |    Stampa articolo

Questione Julia

Foto © Acri In Rete
Sara A. Reale
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E’ difficile che io scriva su Acri In Rete o altro perché di opinioni a volte ce ne sono troppe e confondono sempre più le idee a chi legge.
Ma adesso la questione mi appartiene e non posso stare a guardare. Sono docente del Liceo Scientifico di Acri dal 1988 ad oggi e sono stata studentessa dello stesso dal 1975 al 1980. Se non si ha senso di appartenenza a questa scuola dopo tanto, vuol dire non avere sensibilità alcuna. Ho saputo dell’azione degli alunni di occupare l’istituto dopo la decisione della Provincia di trasferire nell’istituto anche alunni dell’I.T.C.G.T. Azione estrema, dopo diversi incontri senza esiti favorevoli, alle dichiarazioni e rivendicazioni di diritti fatte da tutte le parti. Io sono la più pacifica di questo mondo, ma quando i soprusi annientano i deboli e i giusti, ecco che si sprigiona in me una molla di reazione a difesa dei diritti e qui si tratta del diritto allo studio. Bene. Voglio dire adesso la mia opinione sulla questione a chi legge sia  esso di  Acri o di fuori.
La Provincia, dopo decenni di vicissitudini, ha  dotato il Liceo Scientifico di questo edificio “nuovo” spendendo non so quanti soldi, con il beneplacito dell’Amministrazione Comunale che non è riuscita a trovare uno scampolo di terreno su cui costruire una scuola ex novo.
Poche persone, prima di andarci, sapevano dove era ubicata e che cosa presentava di negativo. Quando ci hanno trasferiti, in più, siamo riusciti a vedere subito, tutto quello che non andava in questa scuola. A parte l’alta tensione, che poi con il consenso di amministrazione e poteri forti di Acri, è stata interrata, illudendo gli inesperti di aver risolto il problema della vicinanza ad un campo elettromagnetico, nessuno ha tenuto conto delle altre cose negative evidenziate in prima persona dalla sottoscritta.
1. SCARSA LUMINOSITÀ: i ragazzi devono stare con le spalle alle finestre per ben 5 anni della loro vita scolastica, subirsi i riflessi alle lavagne, stare sempre con le luci accese; i docenti devono accecarsi con le finestre frontali e vedere a volte solo le sagome degli alunni se si prova a non accendere la luce nelle giornate luminose, e, dico luminose e non di sole, perché il sole nella maggior parte delle aule non lo si vede mai, essendo queste esposte a nord-ovest.
2. POCO SPAZIO: aule in cui 25 alunni, specie grandicelli, hanno difficoltà a muoversi; dopo 2 ore bisogna aprire la porta per prendere ossigeno, visto che dalle “nuove” finestre entra pochissima aria; atrio che non esiste per un momento ricreativo, per cui ricreazione in classe e scale che risultano ai limiti della sicurezza.
Tutto questo è costato tanto, forse troppo! A spese dei lavoratori contribuenti. E adesso dobbiamo essere non solo grati per quanto ci è stato donato (una scuola luminosa e spaziosa dove studiare e lavorare risulta piacevolissimo!), ma dobbiamo anche ospitare,  per questioni di risparmio da parte di un Ente che, se non ricordo male, era stato abolito, alunni di altre scuole, come qualche anno fa è successo già per gli alunni del Liceo Classico, che non sanno ancora di finire come topi in gattabuia! E se arriva un terremoto?…Che meraviglia! Si sa che a noi adulti ci vogliono far morire prima di darci la pensione, ma i giovani?
E lasciateli vivere bene!

PUBBLICATO 03/09/2017 | © Riproduzione Riservata





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