Scuola senza materie


Assunta Viteritti (HortusAcri)

Il 15 e 16 Ottobre l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (ANP) ha organizzato un Convegno dal titolo “La scuola delle sfide – Autonomia tra desiderio e realtà/sfide e opportunità per la scuola”.
Un evento (clicca qui) a cui hanno partecipato dirigenti scolasticidi tutta Italia, giornalisti che si occupano di scuola, universitari che fanno ricerca sui mondi della scuola,esperti di politiche attive del lavoro, insegnanti, esperti MIUR, politici impegnati nel governo dell’istruzione, imprese che fanno innovazione digitale, ricercatori e formatori che collaborano con la scuola. Molti i temi: cultura, istruzione e rilancio del paese, fare inclusione con l’innovazione didattica, la dimensione europea dell’apprendimento, efficacia e valutazione del sistema educativo, mobilità sociale e uguaglianza delle opportunità e altri temi ancora, la sfida delle Autonomie differenziate, e altri temi ancora. Moltissimi i relatori provenienti da tutte le realtà del paese. Un tema mi ha colpita più di altri: “la scuola senza discipline”. Una provocazione ma non solo, anche una ricca e sfidante realtà che si sta sviluppando da alcuni anni in molte scuole italiane. La scuola italiana sta cercando nuove strade per andare oltre il solo sapere disciplinare e per legarsi a esperienze già mature in altri paesi. In Finlandia, paese tra i primi nelle rilevazioni internazionali e nei rendimenti degli studenti in lettura, matematica e scienza, ha avviato dal 2016 un programma sperimentale (in tutte le scuole di ogni ordine e grado) per una didattica interdisciplinare basata sui "fenomeni" da studiare e non sulle discipline: i saperi disciplinari sono riassemblati attorno a contenuti attivi di apprendimento e i docenti lavorano insieme (dentro e fuori dalle aule) per attivare processi educativi legati alla complessità del presente e alla visione del futuro. In molte scuole sono ammessi i telefonini in aula come strumento di ricerca didattica. Le scuolecon questo approccio "collaborativo", permettono agli studenti di scegliere un tema che li interessa e impostano attorno ad esso il lavoro didattico, sia in aula che fuori dalla scuola. Questo metodo, che sta richiedendo una radicale trasformazione dell’idea di scuola per gli insegnanti e anche per le famiglie, fornisce agli studenti capacità adeguate per gestire il loro futuro e sentirsi protagonisti del loro presente. Imparano ad esempio come respingere il cyber-bullismo, come individuare su internet notizie false, come installare programma anti-virus, come collegare al computer una stampante, come guardare all'immigrazione e alla diversità, come pensare il passato e il futuro. Un impegnativo lavoro di responsabilizzazione e di apprendimento attivo, un processo lungo, da attuare in un decennio per cambiare la scuola delle discipline nella scuola dell’innovazione interdisciplinare. Anche l’Italia ha una ricca tradizione di innovazione, per citarne solo due casi pensiamo al modello Montessori della Scuola degli oggetti e al bellissimo progetto di Scuola senza Zaino che promuove la scuola come attoredella Comunità. Di recente il programma dell’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) “Avanguardie educative” sta portando il tema dell’innovazione su scala nazionale impegnando oggi 952 scuole. Il programma supporta con idee e strumenti le scuole che si candidano liberamente a fare innovazione didattica. Solo 17 sono in Calabria e nessuna ancora a Acri. Candidarsi non è difficile, il programma INDIRE “adotta un’idea” è sempre aperto. Ancora più nello specifico il programma di innovazione INDIRE “oltre le discipline” favorisce il passaggio da una didattica per soli contenuti disciplinari a una per competenze e per compiti reali. In questo caso le scuole che stanno sperimentando il programmasono 43 e solo 2 sono in Calabria(l’ITS Filangieri di Trebisacce e l’IC Vivaldi di Catanzaro). Anche in questo caso non è difficile candidarsi a partecipare. L’Associazione nazionale ANP, che ha organizzato il convegno del 15 e 16 Ottobre, ha lanciato da alcuni mesi il progetto “Scuola senza materie”, un progetto interessante che sta già implicando con successo molte scuole in Italia. Insomma gli spazi di innovazione sono tantissimi, sono a costo 0 o quasi nullo. Le reti a cui collegarsi e le esperienze a cui riferirsi sono moltissime. Non ci sono scuse per non innovare. L’unico costo che si richiede a dirigenti e insegnanti, famiglie e studenti è il coraggio di desiderare e di farsi sfidaredalla trasformazione culturale (giorno per giorno). Una sfida non impossibile anche a Acri dato che c’è di mezzo il futuro (e anche il presente). E poi sperimentarsi come innovatori è molto divertente, il che non guasta mai. |
PUBBLICATO 31/10/2019 | © Riproduzione Riservata

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