Scendiamo tutti in campo per Gemelli e Spallanzani. La sottoscrizione del Messaggero. Intervista al dottor Gabriele Garotto


Lorenzo De Cicco

«La terapia intensiva è un po' come un portiere di calcio - dice Gabriele Garotto, dirigente di Anestesia e Rianimazione allo Spallanzani - ci si arriva quando tutti i difensori sono stati superati.
È davvero l'ultimo baluardo per chi lotta per la vita. Per questo è fondamentale che sia attrezzata a dovere». Proprio con questa missione - comprare respiratori e rafforzare i posti letto in rianimazione - è nata la sottoscrizione del Messaggero per l'istituto Spallanzani e il policlinico Gemelli, una gara di solidarietà che ha già raccolto migliaia di adesioni. «A inizio marzo - riprende Garotto - ci siamo trovati catapultati in una dimensione che non avremmo mai immaginato di vivere, se non in uno scenario estremo, di guerra. Abbiamo dovuto assistere pazienti in numero quattro volte superiore rispetto al normale. Siamo partiti con 12 posti di terapia intensiva e arriveremo a 35. In pochi giorni abbiamo realizzato un upgrade di tutte le nostre tecnologie, sia per la ventilazione invasiva che per quella non invasiva, i caschi o le maschere. Abbiamo ricoverato anche pazienti che fino a poco prima erano in piena salute e che in poco tempo sono arrivati a non poter più respirare, se non con un supporto meccanico. Intubati». I MACCHINARI Grazie alla generosità dei nostri lettori, con i primi 200 mila euro donati sono stati comprati 12 ventilatori polmonari. Complessivamente, insieme agli altri quotidiani della Caltagirone Editore, è stato raccolto e donato, come prima tranche, un milione di euro per alcuni tra i principali ospedali italiani. E ora la nostra iniziativa va avanti, perché più i reparti in prima linea saranno armati contro il Covid, più si avrà la certezza di non arrivare mai a scelte drammatiche, come quando si deve decidere chi salvare. «Allo Spallanzani - spiega Garotto - oggi abbiamo 137 pazienti e per 20 è fondamentale il supporto respiratorio. Siamo ancora sotto pressione, la curva dei contagi sta scendendo ma dobbiamo sempre tenere in considerazione che il decorso dei pazienti è lungo. In media chi è intubato ha bisogno di essere ventilato per tre settimane. La benzina, quello che ci dà la motivazione ogni giorno, è vedere quanti guariscono. E anche tutti i vostri lettori che hanno donato. L'unica cosa che possiamo dire è: grazie. Ognuno nel suo piccolo, scendendo in campo, ha contribuito a dare l'idea di una città che, quando c'è un'emergenza, risponde sempre presente». fonte Il Messaggero |
PUBBLICATO 19/04/2020 | © Riproduzione Riservata

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