Il patriottismo come impegno profuso


Michele Ferraro

Le minacce alla salute del corpo inducono cambiamenti negli atteggiamenti, nel modo di pensare, nei valori del quotidiano.
Mettono alla prova il sistema morale di riferimento dell’intera società. Non è ancora definitivamente chiarita l’origine del COVID-19 che potrebbe dimostrarsi non di origine naturale. Ma qualsiasi sia la sua origine, artificiale o naturale, il suo impatto sociale chiama in causa l’etica comunitaria. La risposta a tutto questo non sarà solo tecnica o scientifica, ma dovrà essere anche morale. L’idea della globalizzazione si è rivelata debole, lo dimostra l’effetto domino che ne è conseguito, come anche l’artificiosità dell’Unione Europea con la conseguente rivelazione dell’incapacità a collaborare tra gli Stati membri. Uno sguardo lungo può farci intravedere quel rischio che risiede nel ritorno alla normalità del prima. Man mano che è cresciuta la paura, l’insicurezza, lo sgomento, in ciascuno di noi è aumentato un solo desiderio: la voglia di una possibile verità autorevole e documentata. Si è risvegliato il senso di giustizia esponendo l’ingiustizia. Ci siamo resi conto come per arrivare alla verità, e quindi alla soluzione di qualsiasi problema, serve serietà e meritocrazia. E’ palpabile e sorprendente la riscoperta della forza dell’altruismo, la consapevolezza del patrimonio della Sanità pubblica e universale, il bisogno di Stato, la scoperta dello smartworking, il silenzio rotto dalla ricomparsa di una fauna depredata del suo spazio, l’impatto sulla sostenibilità. Cieli tersi e luminosi si palesano e si fanno testimoni del forte impatto negativo che l’uomo ha avuto fino a qualche mese fa sull’ambiente. Ognuno di noi in base al ruolo che ricopre, con consapevolezza, dovrebbe guardare a questa esperienza non solo valutando l’aspetto clinico e che quindi ha a che fare col corpo e con la materia ma anche quello spirituale che ha a che fare con l’anima e con i sentimenti. Il consumismo, la banalizzazione della morte, la promiscuità sono forme di alienazione su cui dovremmo veramente riflettere per ricostruire davvero un modello di vita diverso. Lo spazio mentale, mai come adesso, risulta di rilevante importanza se si vuole ricostruire un modello di società sana quale vogliamo essere. La natura ci da un segnale forte e chiaro lontano dalla percezione cui eravamo abituati a pensare. Pensare con serietà di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute umana associati a un bene o servizio, a partire dal rispettivo consumo di risorse e dalle emissioni può renderci più “vicini” ad una dignità umana. E’ importante in questo momento decidere quale sia la strada da intraprendere ma per poterlo fare c’è bisogno di un grande impegno e soprattutto di una incisiva forza di comunicazione. Se la politica assurge al suo ruolo può contribuire con l’ascolto e la sintesi ad innescare un processo virtuoso fin ora raggiunto solo con rimostranze e proteste eludendo la possibilità di innalzarsi culturalmente prima e fattivamente poi. Come esempio cito un fatto recentemente accaduto nella piana tra Bisignano e Tarsia dove si sono verificati episodi di sversamento di sostanze altamente inquinanti, ebbene in quella occasione non ho visto schierarsi i volti della politica e degli amministratori delle zone limitrofe a salvaguardia del territorio. E’ risaputo ormai da anni, per esempio, che molti acresi non comprano più i prodotti agroalimentari di Bisignano perché pare siano inquinati. Dunque, anche se la politica volesse incentivare la possibilità del consumo a km 0 incontrerebbe serie difficoltà. Il consumo consapevole di beni può contribuire a quell’arricchimento economico e salutistico altrimenti relegato all’importazione regolata da norme differenti e non rispondenti ai canoni sanitari nazionali nonchè alla delocalizzazione basata sull’approvvigionamento di una manodopera che favorisce eccessivi guadagni. Ancora inspiegabile il caso delle arance di Sicilia che viaggiano verso il nord per essere impacchettate e poi vengono rispedite al mittente per essere servite sulle tavole di mense siciliane. Per non parlare degli allevamenti intensivi che in cattività possono costituire un potenziale pericolo. Anche scegliere come trascorrere una vacanza fa la differenza e con le restrizioni in corso coercitivamente forse impareremo ad apprezzare quelle bellezze vicine a noi di cui conosciamo ben poco. Impareremo forse, anche a servirci di quella economia domestica, per troppo tempo sottostimata, che ci è stata necessaria in tempo di quarantena. Questi esempi offrono uno spunto per riflettere se siamo realmente pronti al cambiamento o se questo tempo di “restate a casa” è servito solo a proteggerci dal contagio. |
PUBBLICATO 07/05/2020 | © Riproduzione Riservata

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