Effetti possibili del coronavirus?


Vincenzo Rizzuto

Contrariamente a tutte le chiacchiere che si fanno da parte di tanta stampa in questi mesi, io credo che l’uomo dopo la pandemia non diventerà affatto ‘più buono, più comprensivo e caritatevole’ nei confronti del suo simile; e questo è dimostrato con inequivocabile chiarezza dai fatti, dagli accadimenti che si verificano in ogni latitudine e longitudine: i popoli continuano a scannarsi per il predominio economico e politico, per attestare la propria superiorità, per imporre la propria ideologia e religione, o per contendersi, attraverso sanguinosi massacri, un pezzo di territorio.
Ma anche i rapporti tra i singoli, mentre ancora imperversa la strage del coronavirus, continuano ad essere improntati alla ferocia spietata di sempre, come insegna l’assassinio del povero nero George Floyd in America, dove il poliziotto razzista uccide spietatamente soffocando la sua vittima con il ginocchio sul collo, insensibile al grido di dolore con cui, sempre con voce più flebile, la povera vittima invoca inutilmente pietà dicendo: ‘Sto soffocando…’. L’aguzzino, imperterrito, continua a soffocarlo fino alla morte, mentre gli altri poliziotti e quanti sono presenti assistono alla barbarie senza muovere un dito; eppure il coronavirus in quegli stessi luoghi continua a mietere vittime senza posa cercando invano, forse, di far capire all’intera umanità che sarebbe il caso di smettere con la violenza e il sopruso, per pensare a rispettarci, amarci e considerarci tutti figli dello stesso padre e della stessa madre con uguale diritto ad un poco di felicità. Così stando le cose, come si fa a pensare allora alla possibilità di un mondo migliore dopo che il coronavirus avrà finito di ‘livellare’, come dice il grande Totò, le disuguaglianze fra gli uomini? Capisco che tutto questo sa terribilmente di pessimismo, ma la realtà di ogni giorno è sempre la medesima e si svolge in una specie di tempo immobile, in cui i fatti si ripetono senza tregua, offrendo i soliti spettacoli di violenza, egoismo sfrenato e insensibilità verso la sofferenza di interi popoli. Da qui il disprezzo e l’incomprensione verso tutti coloro che si fanno paladini dei diversi ‘sovranismi’ con cui trascinano intere schiere di sprovveduti, attratti dalla solita ideologia patologica del ‘Duce’ di turno, che predica ‘l’autarchia del popolo eletto’, in grado di fare a meno di tutte le altre genti, salvo poi a ricorrere alla schiavitù per raccogliere patate e pomodori da portare a tavola dei prediletti del ‘Signore’, come ancora succede nella piana di Gioia Tauro o nelle pianure padane sotto lo sguardo distratto di quanti fanno finta di non vedere e non sentire neanche gli anatemi del buon Papa Francesco. E se a tutto questo sfrenato egoismo, delle varie ‘Leghe’ e dei nipotini del ‘Duce’, assistiamo mentre il coronavirus imperversa senza pietà, figuriamoci cosa avverrà quando la medesima pestilenza si sarà, speriamo, allontanata! Allora si scatenerà certamente ancora di più la pestilenza dei ‘sovranisti’ e dei loro sostenitori, altro che umanità rinnovata e resa più generosa! Da qui l’urgenza di scendere in campo, nelle piazze, nelle chiese, nelle scuole per cercare di isolare, con il buon senso e la razionalità dell’umanesimo, la canea di quanti predicano il razzismo, l’apartheid e l’odio, che sono mali ancora più pericolosi dello stesso coronavirus per la sopravvivenza della civiltà di ogni tempo, mali dietro cui si nascondono sfruttamento generalizzato, emarginazione, violenza, ritorno all’indietro, logiche di rapina e negazione di ogni umanità: disvalori, questi, tipici degli aguzzini di sempre che, già in tempi non del tutto remoti, hanno costituito il substrato del fascismo e del nazismo, piaghe immense di tutti i popoli. |
PUBBLICATO 29/05/2020 | © Riproduzione Riservata

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