Fenomeno Deepfake. Lettera di una mamma
Redazione
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E quindi, sono stati tutti condannati, senza possibilità di appello. E allora mi è venuta in mente un’idea... accendiamo un rogo in Piazza Sprovieri, una Santa Inquisizione popolare ce l’abbiamo già e bruciamoli tutti... ragazzi, scuola e famiglie.
Perché da quel che si legge e si scrive non si salva nessuno. Peccato che non ci siano mostri in questa storia, ma mostrificazioni sì e delle peggiori. Ci si è dimenticati che stiamo parlando di minorenni, al limite della soglia della punibilità e che in Italia ci sono, non a caso, ben tre gradi di giudizio e che si tratta di minorenni seduti su una polveriera, soprattutto per quanto riguarda la sfera psicologica. Ragazzi che escono con i nostri ragazzi, forse soltanto più sprovveduti e immaturi. E allora vorrei dire ai presunti colpevoli che c’è un’altra verità di fondo sottaciuta e cioè che non c’è adulto che sia diventato grande senza commettere errori e non so se meno gravi, certamente diversi soltanto perché diversi erano i tempi. E vorrei dire loro di fidarsi interamente delle istituzioni e di sfruttare questo errore gigantesco per diventare dei cittadini migliori. Perché non è un errore che qualifica una persona, ma la capacità di capire e migliorarsi. Domani sarà certamente meglio di oggi, per tutti. Infine, vorrei dire a tutti i ragazzi indistintamente di non lasciare a terra chi a terra è caduto rovinosamente, ma di porgere il loro aiuto perché ci si possa rialzare più maturi e forti. Di imparare a condividere le forze e le fragilità. Potranno così dimostrare tra qualche anno che sapranno essere migliori di noi adulti di oggi. |
PUBBLICATO 26/02/2025 | © Riproduzione Riservata

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