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Del prendersi cura

Foto © Acri In Rete
Paolo Piacentini
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Cosa vuol dire tornare ad essere abitanti di un piccolo borgo? Questa è la domanda di fondo che dovremmo farci tutti quando decidiamo di occuparci, a vario titolo, dei paesi che sono la spina dorsale dell’Italia interna.
Una spina dorsale indebolita dall’abbandono fisico e culturale.
Un domanda a cui fino ad oggi nessuno ha saputo rispondere in mondo esaustivo, perché la situazione è abbastanza complessa.
Franco Arminio narra da anni una realtà fatta di apatia, di una presenza che è solo fisica in paesi pozzanghera, come ama definire una staticità che vede le comunità ripiegate su se stesse.
Un riabitare i territori che riguarda in primo luogo i residenti che dovrebbero riscoprire un senso d’appartenenza autentico.
Un processo che è prima di tutto culturale poi sociale ed economico.
Essere “cittadini rurali”, campagnoli, montanari o “paesani” che dir si voglia, vuol dire prendersi cura del luogo che ci ospita.
Bisogna costruire un rapporto empatico con la nostra casa intesa in un’accezione che supera il confine delle quattro mura che ci chiudono nel nostro orizzonte più intimo e protetto.
La casa, in città come nell’Italia più profonda, deve essere lo spazio che ci ospita e da cui traiamo i benefici ambientali, umani, economici, sociali e quindi tutti i fattori che più in generale determinano il nostro essere in salute.
L’Italia, interna e profonda deve rialzare la schiena, rinforzare la spina dorsale ed il Paese deve prendere coscienza che senza quel pezzo di mondo antico ma in abbandono non c’è futuro.

PUBBLICATO 07/07/2020 | © Riproduzione Riservata







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