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La sacralità del miele e il suo utilizzo nei dolci natalizi

Foto © Acri In Rete
Gaia Bafaro
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Uno degli ingredienti principali nella preparazione dei dolci natalizi è il miele. L’utilizzo di questo nettare nel periodo sacro della rinascita di Cristo non è causale ,si tratta di una scelta motivata dalla profonda simbologia che da sempre gli è stata attribuita. Infatti, il miele è stato definito come equivalente allegorico e solido del latte, cibo sacro e spirituale nutrimento essenziale degli Dei, tanto da portare alla credenza che in Paradiso ne scorrano fiumi. Molte sono le leggende e gli utilizzi che riguardano questo alimento. Ad esempio: nell’Eden un fiume sarebbe composto da quattro canali in cui scorrono latte, miele, olio e vino; la Terra Promessa veniva chiamata anche “Terra del Latte e del miele”; In Egitto il miele era sacro al Dio Tot e simboleggiava la verità, per questo motivo gli veniva offerto con le parole: “Dolce è la verità”. Si donava anche ad Ermes, Dio dell’eloquenza, in una ciotola del miele era mescolato a delle lingue di animali sacrificati per simboleggiare la dolcezza dell’eloquio. Era un’abitudine, quella di offrire questo cibo al divino, nota in ogni parte del mondo antico, nella Grecia, in Egitto e persino in Cina, in modo da addolcire il resoconto degli Dei sulla vita degli uomini e per favorirne la saggezza e l’eloquenza. Ancora oggi,infatti, le famiglie cinesi, quando una volta l’anno il Dio del focolare sale in cielo a fare il rapporto sugli uomini all’Augusto di Giada, incollano sull’effige della divinità domestica una caramella al miele per addolcire le sue parole. Nella tradizione Ebraica, invece, a Capodanno tutti i famigliari mangiano da una coppa pane e miele, senza versarne alcuna goccia, in modo da assicurarsi fecondità, felicità e salute per tutto l’anno. Senza dimenticare che questo alimento è secondo le credenze il cibo con cui sono stati allevati Zeus e Dioniso oltre che ingrediente principale dell’Idromele (creato dal sangue della creatura sacra agli Dei chiamata Kvasir e dal miele) e dell’Ambrosia, bevande dell’immortalità. In natura, il miele è prodotto dalle api, insetti sacri poiché capaci di sublimare la materia (il polline) attraverso un lento lavoro “iniziatico”, simile a quello dei progetti alchemici. Le api sono spesso assimilate alle anime dei Beati o di Santi e per questo scelte come stemma da molti Re o Sacerdoti. In Egitto si credeva che questo insetto fosse nato dalle lacrime di Ra, nella tradizione Greco Romana le sacerdotesse di Eleusi erano chiamate “Le api”. Come il miele le api incarnano l’eloquenza, a tal proposito, si dice che alla nascita di Platone un’ape gli si posò sulle labbra. A riguardo delle api rapportate ai bambini, nella tradizione popolare scozzese si crede che un’ape che volteggia intorno alla culla di un bambino sia segno di buona fortuna. Nessuna valenza negativa gli viene associata poiché anche l’utilizzo del suo pungiglione è solo un atto di difesa che la rende per questo motivo emblema di coraggio e forza. Tra i probabili motivi dell’utilizzo del miele all’interno dei dolci Natalizi potrebbe esserci quello che l’ape viene considerata un’immagine di Cristo e ritenuta emblema della sua resurrezione poiché scompare nei mesi invernali e riappare a primavera, incarnando il rinnovarsi della natura e la sua eterna rinascita. Api e Miele sono quindi necessarie nella preparazione dei dolci tipici natalizi per la loro simbologia e per una serie di tradizioni che attestano la loro sacralità presso divinità pagane e cristiane ma anche a quelle entità che fanno parte della religione popolare come le fate ed i folletti. Questi, gradiscono molto le offerte di miele e si crede che si divertano a galoppare, durante le giornate estive, sul dorso delle api. Infine, la tradizione attribuisce le ricette di alcuni dolci alle fate ed il miele, da quanto emerge dalle fonti, è insieme al latte, alla frutta secca ed al burro uno dei loro cibi preferiti.

PUBBLICATO 03/01/2022 | © Riproduzione Riservata





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