OPINIONE Letto 2137  |    Stampa articolo

Montagnier, uomo prima che scienziato

Foto © Acri In Rete
Vincenzo Rizzuto
condividi su Facebook


La notizia della morte di Montagnier mi ha particolarmente colpito, e credo, anzi ne sono certo, abbia colpito allo stesso modo anche la grande opinione pubblica mondiale.
La ragione di questa particolare reazione è data dal fatto che il personaggio è intimamente legato alla grande paura che l’umanità ha provato negli anni in cui imperversava la terribile pestilenza dell’Hiv, che fece tremare interi continenti con milioni di morti, e modificò profondamente il rapporto uomo-donna sotto l’aspetto sessuale.
In quegli anni di paura e di smarrimento, mentre da qualche parte si farneticava di fantomatiche punizioni divine, dovute alla degenerazione dei costumi, come era successo nell’antica Sodoma e Gomorra, il buon Montagnier, con le sue ricerche portate avanti con altri studiosi, scopriva il virus responsabile della pestilenza, dando così al mondo intero la speranza e gli strumenti per tenerla a bada. La scoperta gli fece assegnare il meritato premio Nobel per la medicina, pur tra varie polemiche, che però non ne incrinarono la fama e la stima presso la grande opinione pubblica mondiale. Lo scienziato infatti, come direttore del prestigioso Istituto Pasteur, non ha mai perso quel fascino umano di cui godeva, un fascino che per me, ma credo per tutti, si era arricchito di una certa tenerezza quasi filiale quando abbiamo assistito alla metamorfosi dello scienziato, scaduto a ‘mago guaritore’ che, abbandonato il già periglioso sentiero della scienza, abbracciava le pratiche esoteriche per curare le malattie, come tentò di fare con la papaia nel caso dell’alzheimer di Papa Giovanni Paolo II.
Allora, il vecchio Montagnier fu mollato, deriso, ingiuriato dalla famiglia variopinta del mondo scientifico, fino a giungere, tale derisione, a qualche giorno prima della sua morte, quando si trascinò sul palco a Milano,il 15 gennaio, a dare man forte ai deliranti no vax.
Quest’ultima ‘avventura’ ai miei occhi ha reso il vecchio studioso francese una figura ancora più toccante dal punto di vista umano, perché ha dimostrato ancora una volta che l’uomo, pur dopo avere fatto voli pindarici, che lo rendono simile al Dio, non smette mai di essere altrettanto debole e soggetto a ‘cadute’ ineffabili, misteriose, che inevitabilmente fanno parte da sempre della debolezza umana.

PUBBLICATO 12/02/2022 | © Riproduzione Riservata



L'offerta informativa di Acri In Rete restera' gratuita, senza barriere digitali che limitino l'accesso a notizie, inchieste e approfondimenti.
Se credi in un giornalismo libero, indipendente e impegnato a dire la verita', la tua donazione puo' diventare un sostegno concreto alle nostre battaglie.
La tua donazione sara' davvero una (bella) notizia.











Ultime Notizie

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 666  
Masterclass di violino e concerto alla Don Milani. Anna Minella e Bruno Aloise in ricordo di Aldo Minella
Sabato 19 e domenica 20 luglio 2025 avrà inizio la Masterclass della violinista Anna Minella, due giorni di approfondimento che la Hello Music Academy offre ai tanti giovani studenti del territorio in ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 1971  
Sull'Etimologia di certa Indegna e Vomitevole Politica: più Domande che non Risposte
Che si debba assumere la politica come domanda perenne e complessa è certamente un fatto risaputo. Lo è meno l’impacciato sistema di potere spudoratamente spartitorio e strumentale, a cui i nostri att ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 518  
Elio de Luca ''tempo sospeso'' al museo arte contemporanea di Acri (Maca)
Dal 19 luglio al 30 ottobre 2025 l’artista di fama internazionale Elio De Luca, nato a Pietrapaola (CS) e vive ed opera a Prato (FI), è protagonista della mostra personale “Tempo sospeso”, curat ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 1745  
Acri e i giovani: il silenzio di chi parte, il rumore di chi resta immobile
Non servono più i numeri per descrivere ciò che è ormai evidente: Acri si sta lentamente svuotando. I giovani lasciano il proprio territorio in modo silenzioso, continuo, quasi rassegnato. Non per ma ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 1664  
Non basta tagliare nastri
La vivibilità di una città passa attraverso i servizi e la percezione che i cittadini hanno di questi in termini di qualità e capacità di soddisfare le esigenze dei cittadini tutti. Nonostante l'impe ...
Leggi tutto