I RACCONTI DI MANUEL Letto 930  |    Stampa articolo

Pensieri leggiadri

Foto © Acri In Rete
Manuel Francesco Arena
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Era un tardo pomeriggio domenicale di fine giugno. Il sole incendiava con i suoi raggi di un intenso rosso tutto il bucolico paesaggio.
Accese di rosso erano le acque del lago ed il cielo. Pure le montagne sempre colorate di un azzurrognolo scuro, apparivano incandescenti come vampe di fuoco, specie nelle estremità più alte.
Una quarantina di chilometri mi separavano da casa. Stavo guidando lungo una strada dritta circondata da alti pioppi che con trame di rami e foglie la cingevano tutta, dandomi l’impressione di essere nel bel mezzo di una naturale galleria verde.
Mi teneva compagnia alla radio una canzone un po' rock. Un po’ soul. Un po' country. Un po' tutto. Una di quelle canzoni voce e chitarra che ti fanno stare bene quando le ascolti perché sanno creare atmosfera. Tuttavia la musica se non regala emozioni forti, può dirsi tale?
Miriadi di mucche tranquille brucavano gli ultimi ciuffi d’erba della giornata, muovendo ogni tanto la coda per allontanare i mosconi che andavano a dargli noia.
Che fastidio dovevano essere per le povere ruminanti con il loro petulante ronzare.
In quel luogo da film western a me eppure famigliare, non mi sarei sorpreso di incontrare qualche cowboy a galoppo alla Clint Eastwod con poncho e cappello.
Quel che vedevo però era un susseguirsi di nere cornacchie che si liberavano in volo dai limiti della strada ed in lontananza, un ragazzo ed una ragazza che si abbracciavano.
L’amore, che bello! Può sembrare a volte che non sia essenziale nella vita eppure esso, l’amore, è l’essenza della vita stessa. Ero come immerso in un sogno tanta era la grazia e la placidità di quegli istanti e la cosa bella era che io ne facevo parte.
Per un attimo mi sentii quasi come una di quelle tante foglie dei pioppi che vibrava al venticello caldo estivo che sulla cappotta dell’auto, mi occludeva la vista di gran parte del cielo baciato dal tramonto. Finito il rettilineo iniziarono di nuovo le curve e man mano i panorami mutavano, così come pure le canzoni della mia playlist dell’autoradio. Il sole che adesso mi appariva chiaro ad occidente, era più stanco di prima e stava per andare a dormire dietro le vette più alte.
Il prodigio della sera stava prendendo forma ed a completare l’opera, da lì a poco sarebbero apparse le stelle e la luna.
Pensai che sebbene ne abbia scritta qualcuna di poco conto che non so neppure possa dirsi tale, certi momenti della nostra vita sono come le poesie: leggere, delicate ed a secondo dei momenti, allegre o pregne di umana “malinco-stalgia”.
Sono involucri pregni di emozioni e sensazioni che sebbene sanno prendere il volo sotto forma di leggiadri pensieri, tante volte lasciano in noi tracce che resteranno per sempre marchiate nella memoria.
Semplicemente indelebili.

PUBBLICATO 22/03/2025 | © Riproduzione Riservata





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