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La misteriosa macchia oleosa colpisce ancora.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
La Ss 660, in attesa del nuovo, ipotetico tracciato, sempre in procinto di essere realizzato, continua ad alimentare una lunga scia di incidenti stradali. Venerdì scorso l'ennesima giornata di passione, con un nuovo capitolo di un periodico stillicidio, fatto di contusioni, ferite, più o meno gravi, e ammassi di lamiere. Da anni ormai è stato denunciato un fenomeno decisamente misterioso. In caso di pioggia, nel tratto della Ss660 in località Cocozzello, il manto stradale trasuda una strada sostanza oleosa che rende l'asfalto una micidiale saponetta. Così, puntualmente, nei giorni di pioggia il Pronto soccorso dell'ospedale civile di Acri si affolla di feriti e i carrozzieri registrano un aumento del lavoro. Di questa vicenda continuano a occuparsi in molti: giornalisti avvocati, assicuratori e i malcapitati protagonisti degli incidenti. L'Anas, che è responsabile dell'arteria, sollecitata non solo dai continui fatti di cronaca, ma anche da diverse centinaia di richieste di risarcimento dei danni, non riesce a risolvere il problema. Non si da pace e soprattutto non ne dà agli acresi, costretti, nelle giornate di pioggia, a raccomandarsi alla Grazia Divina e alla tenuta dell'asfalto. Se è un problema tecnico è l'Anas che lo deve risolvere, altrimenti dia una spiegazione plausibile del fenomeno. La giornata di venerdì nel centro presilano è stata vissuta con paura, perché in tanti sono costretti a percorrerla questa strada maledetta, ma anche con rabbia. Ci si chiede se prima di intervenire con efficacia debba scapparci il morto. E ci si chiede soprattutto perché l'amministrazione comunale non eserciti nei confronti dell'Anas pressioni convincenti, affinché rimuove l'asfalto killer, prima che qualcuno ci lasci le penne. Venerdì scorso in molti hanno ipotizzato la possibilità di un presidio perenne come forma di protesta, nei tratti più insidiosi della strada. Considerato che l'Anas finora non ha risolto il problema e considerato che non lo ha fatto nemmeno dopo le rimostranze istituzionali dell'amministrazione comunale, cosa impedisce al sindaco di dar vita a forme di protesta più plateali, ma senza dubbio più efficaci? Se lo fanno comitati spontanei di cittadini è perché non avvertono la necessaria tutela istituzionale. La giornata di venerdì ha inoltre fatto registrare un altro problema, legato a quello degli incidenti sulla Ss660. Non si è ben capito di chi sia la responsabilità, ma all'ospedale di Acri se vi sono due contemporanei casi urgenti, che necessitano di un trasferimento del paziente a Cosenza in ambulanza, uno dei due è costretto a mettersi in fila. Così, se un uomo, lavorando con la motosega, si ferisce alla mano e deve subire un intervento a Cosenza, è costretto ad aspettare circa cinque ore in ospedale che rientri l'ambulanza che, nel frattempo, per un altro caso urgente, è già nel capoluogo provinciale. E' esattamente ciò che è accaduto venerdì pomeriggio. Tra la sacrosanta indignazione dei parenti e l'impossibilità di individuare un responsabile. Sembra che dipenda dalla Centrale operativa, senza la cui autorizzazione un'ambulanza non può muoversi dalla sua postazione. Vi sono solo due equipaggi medici per l'ambulanza e uno deve comunque garantire la copertura territoriale. Come dire: è meglio farsi male più tardi, altrimenti si rischia di rimanere in sala d'attesa, con una ferita che aspetta di essere guarita. Al di là dell'aspetto medico, vi è quello disumano di un uomo costretto a vivere l'attesa di un intero pomeriggio prima di essere trasferito a Cosenza.

PUBBLICATO 18/4/2004

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