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Il Sindaco filosofo “dell’ignoranza”.

Movimento Giovani Udc
Foto © Acri In Rete
Tutelato da una copertura lessicale famosa, il Sindaco di Acri Elio Coschignano pavoneggia spavalderia da giovane rampollo appena approdato alla politica e convinto di essere nel giusto.
Nel Consiglio Comunale di venerdì 21 Ottobre, alla vetusta terminologia politica si aggiunge un altro aggettivo: "Ignoranti", che sorpassa in un solo Consiglio Comunale anni ed anni di locuzioni storiche quali: sinergia, potere contrattuale, Civico Consesso, demagogia, populismo e legalità.
Aggettivo ripetuto talmente tante volte, che chiunque l'abbia ascoltato si è sentito un po' ignorante; e per chi avesse qualche dubbio, il Sindaco lo ha rimarcato più volte e ad alta voce:
I G N O R A N T I !
Ebbene, se si dicesse a taluno: Sei triste.
E poi ancora: Sei triste.
E di nuovo: Sei triste.
Quel taluno, nonostante la bontà lessicale dell'aggettivo, ci manderebbe a f...……………..unghi.
E' evidente la "furbizia politicamente scostumata" del primo cittadino, che evitando a suo dire altri termini che avrebbe voluto usare nei riguardi della minoranza, quali mala fede e sciocchezza, ha preferito questa forma, secondo lui, più elegante per sottolinearne forse la disattenzione.
La minoranza politica del Consiglio Comunale, attonita, non ha reagito, come chi non reagisce di fronte ad un'offesa gratuita ed inaspettata.
Infervorata dall'atteggiamento del Sindaco, senza discernere il giusto dal non giusto, la maggioranza ridacchiava, fino a quando un Consigliere della maggioranza stessa si è alzato e dicendo: "Sindaco sono ignorante pure io, Segretario lo metta a verbale!" e lì il ridacchiare si è trasformato in ghiotte risate di soddisfazione.
E allora, se il mandato dei nostri rappresentanti è quello di dare il buon esempio ai cittadini ed alle nuove generazioni, bhé meglio ignorarci a vicenda!
Per affermare la valenza delle proprie dichiarazioni non serve offendere l'interlocutore ma convincerlo e convincere chi ascolta.
Pur non entrando nel merito della questione da cui è scaturito l'atteggiamento del Sindaco, qualunque fosse il contendere non giustifica l'offesa implicitamente nascosta nell'uso indiscriminato dell'aggettivo "ignoranti" che nell'immaginario comune ha un senso ben determinato.
Pertanto diffidiamo il Sindaco dall'utilizzare, se non en passant, furbeschi aggettivi mascherati di genuinità e di trasparenza.
Il non aver "peli sulla lingua" non significa dimenticare il galateo politico.
Le Istituzioni sono una cosa seria e la forma ne è la sostanza.
Caro Sindaco Le ricordiamo che Lei dovrebbe rispecchiare la cittadinanza, tutta.

PUBBLICATO 26/10/2005

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