Comunicato Stampa Letto 1062  |    Stampa articolo

C’era una volta un partito chiamato UDC.

Democratici di Sinistra - Acri
Foto © Acri In Rete
Si, proprio così! Verso la fine del secondo millennio, dopo la bufera di "tangentopoli", è nato da una parte delle ceneri della DC un piccolo partito, l'UDC.
Ad Acri, questa formazione politica ha avuto una rapida parabola: dopo una breve fase ascendente, determinata, manco a dirlo, da una profonda e lacerante frattura della sinistra, l'UDC ha iniziato una lenta e apparentemente inesorabile fase decadente, che lo ha portato alle condizioni odierne.
In consiglio comunale, i suoi rappresentanti si sono ridotti di 2/3, tre dei cinque si sono dissolti sotto il pallido sole primaverile. Fra coloro che hanno cambiato dimora c'è l'ex sindaco.
L'UDC aveva conquistato un rappresentante in consiglio provinciale, ma anche questi da tempo ha abbandonato la casa natale per una nuova collocazione.
Le recenti elezioni, amministrative prima e politiche dopo, hanno ridato alla nostra cittadina quella tinta rosso intenso che l'ha storicamente caratterizzata.
Rimangono pochi nostalgici, aggrappati disperatamente al pennone più alto di una nave che cola a picco.
Tuttavia è encomiabile la capacità dei superstiti di distogliere lo sguardo dei passanti dal dramma che si sta consumando cercando di puntare l'occhio e il dito in casa d'altri.
Sono tempi in cui innegabilmente anche nell'altro fronte esistono dei problemi caratterizzati da una vivace dialettica interna, ma, francamente, uscire con un comunicato come quello del 5 maggio scorso, in cui si punta il dito sulle divisioni della maggioranza, che ha ritrovato compattezza e coesione nell'ultimo consiglio comunale, e tacere sulle recenti defezioni nel partito di Casini è davvero pietoso. La pietas è un sentimento che deve far parte dell'animo di ogni uomo "nobile", per cui non aggiungiamo altro.
Tranquilli, amici dell'UDC, non ci vedrete stavolta nelle vesti degli avversari pungenti e mordaci che avete da sempre conosciuto. Questo è il momento della comprensione e del rispetto di un dramma.
Non vi riproporremo, perciò, l'ennesimo invito a rivolgervi alla Corte dei conti di fronte ad eventuali entrate fantasiose nel bilancio;
non staremo a ribadirvi che avere portato i tassi di interesse dei mutui da oltre il 5 al 3.8%, su suggerimento del governo Berlusconi è stata un'opportunità;
non vi riproporremo l'invito a chiarire i deficit di bilancio dell'Estate acrese durante la vostra gestione, visto che nonostante abbiate spergiurato su un bilancio in pareggio, esiste un deficit, relativamente alla gestione di quel capitolo, di oltre 300.000 euro.
Ci limitiamo per il resto a suggerirvi di rivolgervi alla Procura competente se avete anche solo il sospetto di transazioni illegali. A tal proposito, vi ringraziamo ancora una volta per i quasi 2 milioni di euro di debiti per contenziosi legali, dovuti alla vostra cattiva gestione in proposito ( grazie proprio alle mancate transazioni che hanno generato parcelle di centinaia e centinaia di migliaia di euro).
Continuare a inveire, in questo momento, ci sembrerebbe un atto di sciacallaggio.
In mezzo a un campo di battaglia ormai deserto, troneggia un uomo solo, che ci ricorda tanto il Riccardo III di Shakespeare, che finge di non voler essere re, ma stermina tutti per diventarlo o, se si vuole, per prevenire il rischio di pericolose richieste di successione. Shakespeare attribuisce queste parole al callido Gloucester: "Ahimè, perché volete voi caricarmi di tal cura? Io non son fatto per lo splendore e la maestà. Vi supplico, non ve l'abbiate a male; io non posso né voglio cedere a voi". Il gobbo mentiva, e cinse la corona, per poi ritrovarsi disarcionato sul campo di Bosworth, urlante tra le macerie del suo disegno infranto.

PUBBLICATO 7/5/2007

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