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Sul sig.r Rossi: un punto di vista differente.

Maria Lusia Occhiuti
Foto © Acri In Rete
Salve, mi chiamo Maria Lusia Occhiuti. Vivo a Parma praticamente da sempre: avevo 8 anni quando i miei vi si sono trasferiti da Acri. Seguo un po’ le vicende della mia città di origine via internet e, periodicamente vi faccio ritorno in estate (non tutti gli anni).
Ho letto l’articolo del sig.r Leonardo Marra e posso dire di condividerne l’impostazione di fondo con alcuni distinguo, dettati dal fatto che, vivendo in una realtà diversa, posso portare un’esperienza differente che integra e, per certi aspetti modifica, il quadro dipinto dal sig.r Marra. Premetto di essere attualmente apartitica.
Ho condiviso per lungo tempo la politica della Lega Nord e per anni sono stata un’accanita sostenitrice del “Senatur”, fino a quando mi sono resa conto (nella passata legislatura) che quel movimento si era troppo appiattito sugli interessi di Berlusconi e ne sono uscita.
Nelle ultime politiche ho contribuito a nutrite quella folta schiera di cittadini delusi da entrambi gli schieramenti e non mi sono recata a votare. La premessa era necessaria per sgombrare il campo da equivoci su quello che sto per esporre.
Sig.r Marra, pur condividendo e capendo le sue amarezze, le posso assicurare che la realtà in cui le vive le permette molto di più rispetto a quello che potrebbe avere, nella sua situazione economica, in una realtà del Centro - Nord.
Chi scrive è un dirigente di ente locale con uno stipendio medio di circa 1500 euro mensili. Mio marito ne guadagna altrettanti (è dipendente Enel). Abbiamo come Lei due figli. Le posso assicurare che con un reddito mensile netto che è tre volte il suo ci possiamo permettere non molto.
Nello specifico le basti sapere che, tolto 1.100 euro di mutuo (se non ci fosse la rata del mutuo ci sarebbe l’affitto che per una casa appena decente si aggira comunque intorno ai 1000 euro), circa 300 di spese condominiali, almeno 200 di bollette, 500 per i trasorti, ci restano circa 1000 euro al mese per vivere in 4 in una realtà come quella del Nord dove – mi creda – il costo della vita è almeno il doppio rispetto a quello di Acri (alcuni esempi: un Kg di carne di manzo 1° taglio 18 euro contro i 9 di Acri; un Kg di pane 3.50 euro contro 1.30 e potrei continuare). In sintesi non sempre possiamo contare su quei famosi 5 euro che Lei indica come residuo del suo magro bilancio.
Quest’anno, in Agosto, ci siamo recati ad Acri per le ferie: non le nascondo che sono rimasta piacevolmente sorpresa quando abbiamo intravisto la possibilità di assistere ad un concerto della Mannoia a poco più di 10 euro a persona. Due mesi prima, per lo stesso concerto, a Parma ce ne sarebbero voluti 38.
La figlia più piccola, di 7 anni, non ha pagato per cui abbiamo assistito in quattro al concerto con una somma complessiva inferiore rispetto al costo di un solo biglietto per il concerto a Parma. Non è poco.
C’è di più! Abbiamo assistito a più d’una manifestazione grauita (Acri Rock Festival; uno spettacolo di musica Jazz e due rappresentazioni teatrali in P.zza Annunziata e P.zza San Domenico molto ben curate). Quanto alla notte bianca, non credo che si possa addebbitare a nessuno la responsabilità di un evento climatico certamente avverso. Altra sorpresa è stata scoprire che il Comune di Acri si appresta a costruire un Teatro modernissimo con capienza di oltre 600 posti.
A Parma, provincia che pure ha dato i natali a Giuseppe Verdi, non ne esiste uno con le stesse caratteristiche. Sul discorso del randagismo Lei ha ragione, ma anche qui mi vedo costretta a precisare che una direttiva del Ministero della Salute del 28/10/2001 affida al servizio di medicina veterinaria delle ASL la gestione del fenomeno con la collaborazione, certo, dei comuni. Come può notare, il fenomeno è complesso ed implica responsabiltà diverse.
In sintesi chi scrive condivide lo spirito della sua lettera ma credo che un’analisi completa imponga di cercare altrove le responsabilità di questo stato di cose, in una classe dirigente nazionale che da sessant’ anni mantiene la Calabria in questa situazione, senza una politica coraggiosa di investimenti, che non può certamente essere disgiunta da una seria ed efficace lotta alla criminalità organizzata ed al fenomeno, altrettanto deprecabile, del lavoro sommerso e sottopagato, che contribuisce, nel Meridione più che altrove, a mantenere la gente in uno stato di bisogno e perennemente bersaglio di gente senza scrupoli.

PUBBLICATO 4/9/2007

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