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Con la mascherina tra i libri di scuola.

Leonardo Marra
Foto © Acri In Rete
Ricordo ancora, il profumo di erba tagliata che accompagnava il mio tragitto verso scuola in quel lontano ottobre del 1967 e ritrovo quel sentore di piccoli fiori che emanava dai cespugli e dalla siepe di fronte all'istituto dove avrei affrontato i tre anni di studi successivi alle elementari ...
E' singolare come in determinate situazioni le comunità riescano a dare il meglio di sé.
In occasioni di eventi di particolare interesse (olimpiadi, campionati del mondo, meeting internazionali, convegni di portata mondiale), le comunità che le ospitano riescono a evidenziare i caratteri positivi che le contraddistinguono, mascherando almeno per qualche giorno i problemi che, invece, le assillano.
Succede così che a Napoli in occasione del G8 di qualche anno fa fu fatto un restiling che presentò la città (almeno nei quartieri interessati all'avvenimento) in maniera decorosa agli occhi del mondo che assisteva all'evento. Scontri tra no-global e polizia, tre fasce di sicurezza, un corteo blindatissimo e non un solo cassonetto stracolmo d'immondizia come nei giorni precedenti, anzi cassonetti assenti dalle strade percorse dal corteo, strade tanto pulite da poterci fare un pic-nic. Ma come si dice dalle nostre parti, "passata la festa gabbato lu santu", già dal giorno successivo alla fine del convegno, la città riprese il volto di sempre con le sue contraddizioni ed i problemi che ormai tutti conosciamo per essersi assurti agli "onori" della cronaca. E non è certo l'unico esempio, sebbene sia il più eclatante.
Alla fine il cittadino si chiede il perché di questa messa in scena se gran parte del mondo (ormai la tv satellitare arriva anche in Botswana) conosce bene i problemi di Napoli e dintorni. Ovviamente la risposta sta nel fatto che è indecoroso che i capi di governo delle nazioni più potenti del mondo sfilino attraverso cumuli di immondizia.
Beh certo, quelli erano primi ministri vuoi mettere?
Facciamo un salto temporale, spaziale, epocale, ma non culturale e tanto per cambiare rimaniamo nel nostro amato sud.
Siamo in provincia, i problemi non si discostano di molto da quelli di una grande città, anche qui sono metabolizzati, assimilati, contestualizzati dal cittadino il quale si indigna, si adira, borbotta, impreca, alza gli occhi al cielo invocando l'intervento divino, ma alla fine si rassegna in una sorta di catarsi collettiva dalla quale, se ne esce solo con l'emigrazione o con la morte.
Ma non distraiamoci, siamo in una cittadina di provincia, non ci sono eventi di portata internazionale, solo un banalissimo primo giorno di scuola, non ci sono capi di stato, ministri , scienziati o professori dell'alta finanza, ci sono solo dei piccoli insignificanti ragazzini moccolosi di 11-13 anni che stanno per affrontare il loro primo giorno di scuola (e per alcuni è anche il primo giorno di un nuovo ciclo di studi).
Beh! Stamattina li ho visti quei piccoli mentre nella immediate adiacenze della scuola Media Leonardo Da Vinci facevano la gimcana fra cumuli di rifiuti, ho visto i loro genitori accompagnarli e storcere il naso per il puzzo che esalava da quei cumuli di immondizia (a saperlo avrei portato una mascherina). Ho letto nei loro occhi la vergogna di trovarsi in un posto simile ed il disagio nel pensare che stavano per varcare la soglia di un luogo dove avrebbero insegnato loro l'educazione civica mentre al di fuori di quel posto l'educazione (civica e non) veniva disattesa e calpestata ogni santo giorno.
- Stai esagerando! - direte voi.
- Ma siete impazziti? - domando io.
Il fatto è che questi pargoli dovrebbero rappresentare il nostro futuro, quello che filtra attraverso i loro sensi è quello a cui domani saranno abituati. Se insegniamo loro rassegnazione, la sopportazione, se neghiamo loro il diritto elementare di vivere in un mondo pulito, se per loro il camminare nell'immondizia dovesse rappresentare la normalità, allora rassegnamoci a vedere inevitabilmente la fine di questa civiltà perché a nulla varranno gli sforzi di quei pochi che ancora credono nell'uomo e nella sua capacità di autoconservazione.
Che esempio diamo ai nostri ragazzi se non siamo nemmeno capaci di presentargli un ingresso nella società degno di una comunità civile? Possibile che il loro percorso formativo inizi con la spazzatura davanti ai cancelli di scuola?
Possibile che nessuno abbia pensato che lunedì 17 settembre le scuole avrebbero riaperto i battenti e, non sarà stato un evento come il G8, ma per ciascuno dei nostri figli rappresenta un traguardo importante? E se è indecoroso per un governo cittadino far passare i capi di stato fra la spazzatura, perché dovrebbe essere meno indecoroso farci passare dei bambini?
I nostri figli non saranno primi ministri (per ora), ma hanno la stessa dignità di qualunque essere umano su questa terra, solo che a volte qualcuno sembra dimenticarsene.



PUBBLICATO 17/9/2007

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