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De Bartolo (DS): occorre una radicale svolta.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Sotto la sua guida come segretario l’Unione ha sconfitto, nel 2005, il centro destra proprio con un candidato sindaco espressione del suo partito. Angelo De Bartolo sarà ricordato, però, anche per essere l’ultimo segretario Ds. Finora è stato in silenzio “perché amo la prudenza e non ho voluto far proclami creando tensioni e confusioni ma ho preferito ascoltare e valutare.

Perché questo suo silenzio?
E’ stato dettato dalla prudenza, non amo far proclami creando tensioni e confusioni, preferisco prima ascoltare e valutare prima di intervenire.
Come vede l’attuale situazione politico-amministrativa?
Viviamo una fase di stallo dalla quale ne dobbiamo venire fuori rapidamente, altrimenti il rischio del dissesto finanziario diventa un atto inevitabile. Non aver dichiarato i debiti ci sta facendo pagare un caro prezzo e l’attuale fase politica non ci aiuta anche perché sono cambiate tante cose. Il quadro politico uscito dalle elezioni è stato stravolto e di conseguenza l’attuale situazione mostra rigidità, incomprensioni e tensioni tra l’amministrazione e i partiti del centrosinistra e quindi ritardi nel dare risposte ai cittadini
.
Le difficoltà di questa fase a cosa le attribuisce?
Questa fase è figlia di un contesto anche più generale e non solo locale, è determinata dalla maledetta originalità della situazione politica italiana sempre alle prese con un’eterna transizione mentre in sede locale la crisi è aggravata dagli effetti perversi del massiccio trasformismo che si sta consumando in seno al consiglio comunale, non ho capito se fatto a posta per mantenere fragilità e precarietà nel sistema politico locale e nell’azione di governo o per accentuare sempre di più quella frammentazione che i cittadini non gradiscono.
Il suo partito ha perso due consiglieri comunali.
Dopo tutti i cambi di casacca che ci sono stati che l’attuale consiglio comunale è delegittimato in quanto non più espressione della volontà elettorale visto che 10 consiglieri su 20 hanno tradito il mandato dei propri elettori modificando gli equilibri e i rapporti di forza usciti dal voto del 2005. Ognuno di questi ha motivato la propria ragione di tale atto, a ragione o torto, saranno gli elettori a stabilire la credibilità del loro progetto e della loro proposta politica. Ai due consiglieri che hanno abbandonato i Ds mi sento di dire che non è così che si rende credibile un progetto politico di cambiamento, di sviluppo socio-economico e di crescita democratica, passando da un partito all’altro.
Il rimpasto in giunta ci sarà?
Spero di si, ma le difficoltà nell’imprimere un chiaro e condiviso senso di marcia all’azione amministrativa non possono essere superate solo con la sostituzione di qualche assessore mentre i cittadini, operatori economici ed elettori ci incalzano con ben altre domande relative alle loro condizioni di vita socio-economica, di lavoro, di diritti e di giustizia. Noi siamo impegnati a costruire la nuova giunta, perché abbiamo fallito sotto l’aspetto politico, perché non siamo stati capaci di dare indicazioni e soluzioni adeguate alla formazione della giunta, perché i partiti non si sentono rappresentati e perché l’attuale esecutivo non è stato coordinato al meglio. Se la soluzione di varare una nuova giunta è volta a migliorare e a imprimere una maggiore efficacia ed una azione amministrativa credibile tesa a risanare il bilancio e la tenuta della maggioranza ben venga il rimpasto, ma nei modi e i tempi che una buona amministrazione impone. Se vogliamo recuperare il tempo perduto, la nuova giunta dovrà tenere ben aperti gli occhi e le orecchie per cogliere i movimenti profondi di una opinione pubblica inquieta, delusa, poco propensa ad ascoltare prediche ed assistere a questi balletti e cambi di casacca che determinano ritardi nella gestione e nell’ attuazione del programma. Il sindaco deve assumere un ruolo politico ed un atteggiamento più consono nei confronti dei partiti e dei suoi dirigenti, facendo nascere quel desiderio di vivere in condizioni politiche dignitose , senza che nessuno si senta suddito, ma partecipe delle scelte, attraverso un dialogo basato sulla reciproca stima. Dovrà cambiare atteggiamento anche nei confronti del nuovo esecutivo, assumendo più autorevolezza e più controllo nella gestione dei diversi assessorati, che ad oggi non mi pare abbiano brillato nella gestione e nell’imprimere quel cambiamento che tanto abbiamo invocato.
Ma i partiti sono in grado di dare una svolta a tale stato di cose?
Io penso di si. Al fine di dare nuova linfa all’azione di governo che a mio avviso non può e non deve fermarsi alla mera amministrazione dell’ordinario, i Ds e gli altri partiti dell’Unione hanno il dovere di impegnarsi a trovare soluzioni politiche ai processi amministrativi altrimenti a governare la cosa pubblica saranno altri. Se vogliamo superare l’attuale fase di crisi, si rende necessario trovare nuove e più incisive forme di collaborazione e di cooperazione tra le forze politiche e la compagine amministrativa, nonché tra essa e la società civile tutta, al fine di superare le incomprensioni, lo scollamento, il senso di delusione che serpeggia anche tra i dirigenti del nostro partito e i nostri elettori. All’ amministrazione del nostro compagno Coschignano è da tempo che chiediamo uno sforzo straordinario per riavvicinarsi a queste componenti che sembrano essersi allontanate perché, a ragione o a torto, si sentono deluse e poco rappresentate dalle politiche amministrative finora seguite.

PUBBLICATO 23/9/2007

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