Ecco chi è il Compagno Levote.
Comunisti Italiani - Acri
Senza scomodare Freud o Fromm o qualche altro padre della psicoanalisi, molto modestamente, riteniamo che sia la frustrazione galoppante al suo interno che lo spinga, anche tramite l'ostentazione esasperata del suo "Dott.", alla ricerca di un posto al sole con il mezzuccio della sterile polemica e dell'esibizione di un titolo accademico piuttosto che, se solo ne fosse capace, con una poderosa azione politica nel Partito alla ricerca di una maggioranza che sostenga le sue proposte e le sue ipotesi politiche. Ma evidentemente Gaccione preferisce i senati accademici ed il "Dott." piuttosto che il "compagno" che, come egli quasi certamente non sa, è termine ben più nobile, in quanto, derivando dal latino cum panis, sta a significare quella persona tanto cara con la quale si divide addirittura il pane. Ma questa è un'altra storia. Pensiamo, altresì, che il nostro "Dott." sia piuttosto supponente e poco modesto nell'immaginare che la sua singola, insignificante, opinione abbia potuto sconvolgere le nostre coscienze, sia perché non c'è nessuna "triste menzogna" da ammettere, sia perché se proprio dovessimo decidere di sconvolgerci potremmo reperire, per raggiungere tale scopo, motivazioni assai più serie e profonde. Entrando nello specifico della vicenda ci pare che Gaccione sia molto contraddittorio, poiché se prima afferma che è fuori da ogni partecipazione alla vita del Partito da più di un anno, come fa poi a dichiarare che nel Partito ad Acri non si discute e che il Direttivo sarebbe, a suo dire, un regime di marci dittatori? Allora delle due: o esprime opinioni (sballate) sulla scorta di fantasiose ed errate congetture esterne che non hanno sostanza e che dovrebbero essere, perlomeno sommariamente, verificate, o è (molto più verosimilmente) un servo sciocco a servizio di chi, detronizzato, non ha il coraggio di esporsi e manda al macello un cortigiano prono che non si rende conto di ciò che dice e che fa. Un altro elemento da analizzare opportunamente è quello quantitativo e vogliamo dire, con questo, che ci sembra piuttosto strano che dell'avvicendamento dell'assessore Gabriele, anche rispetto alle modalità che sottolinea Gaccione e che peraltro non corrispondono al vero, nessuno dei compagni, tesserati e non, si sia lamentato tranne Gaccione che, guarda caso, è il cognato. A noi pare tanto che questo sia portare l'acqua al proprio mulino. Ancora, relativamente al Partito ad Acri, è utile fare due conti e renderli pubblici. Tesseramento 2006: n. 308 iscritti. Tesseramento 2007: n.401 iscritti e pensiamo che per il 2008 si possa arrivare molto vicini a quota 500 se non superarla del tutto. Nel 2007 è stata aperta anche la nuova sezione a S. Giacomo con un consistente numero di iscritti giovani, afferenti alla FGCI. Per chi non lo sapesse, riteniamo giusto far conoscere che Acri è la realtà che ha il più alto numero di tesserati in Calabria e tra le più grandi in Italia. Anche per questo, oltre che per il fatto che il legittimo proprietario della vecchia sezione ha attuato lo sfratto per morosità, il PdCI ha avuto la necessità di reperire una nuova sezione, che non è nascosta in un vicoletto oscuro ed introvabile, ma è allocata in una pubblica piazza, centralissima, sotto gli occhi di tutti ed accessibile a tutti, anche a Gaccione che, se vuole, può entrare ed esprimere il proprio parere. Se non è questo ciò che si può definire un Partito vivo, vero e presente in Città, non sappiamo a quali altri elementi ci si possa riferire per effettuare una giusta valutazione. Forse, per Diego Gaccione, è difficile comprendere che il Partito ad Acri non è più "quello di Tonino Morrone e Gaccione padre" ma una realtà politica nuova, che cammina in una dinamica evolutiva; un Partito fresco, giovane, non verticistico ma collegiale, determinato, che sta in mezzo alla gente e che vuole continuare a fare ciò che già fa: una politica con la P maiuscola. Anche senza Gabriele come esponente di Giunta. Ripetiamo, è arduo capacitarsi di ciò, ma se Gaccione si sforza può farcela. Per ciò che concerne il compagno Levote c'è poco da dire. Pasquale Costantino Levote rappresenta, assieme a pochi Compagni, come fondatore del PdCI, la storia dei Comunisti Italiani a Cosenza ed in Calabria. Uomo di grande cultura, stimato professionista della scuola, giornalista, storico con particolare riferimento allo studio dell'opera Gramsciana, autore e curatore di numerose pubblicazioni (ultima delle quali quella sul compianto Gigino De Paola che consigliamo a Gaccione di leggere), collaboratore di numerosi esponenti della cultura italiana e specificamente meridionale, Levote è autorevolissimo dirigente politico: membro del Comitato Federale e Responsabile dell'Organizzazione Politica della Federazione oltre che Coordinatore della Segreteria Provinciale, membro del Comitato Regionale e Presidente del Dipartimento Regionale Cultura e Formazione, membro del Comitato Politico Nazionale. E' alquanto bizzarro, quindi, che Gaccione non lo conosca: è stato presidente di Garanzia del nostro ultimo Congresso Comunale ed ha anche presieduto l'ultimo Congresso Provinciale. In queste vesti, egli non solo conosce benissimo la nostra realtà politica cittadina ma ha anche tutto il diritto, ed a volte il dovere, di intervenire in merito. Ma Diego Gaccione, per questa disconoscenza, forse è scusabile per la sua giovane età! Quando il Compagno Levote, l'11 Ottobre del 1998 al Cinema Metropolitan a Roma, partecipava alla Costituente dei Comunisti Italiani, Gaccione aveva undici anni, i calzoni corti ed il moccio al naso. O, infine, ricordando Fedro e la sua volpe che non arrivando all'uva disse che era acerba, non sarà forse che Gaccione conosce perfettamente Levote e dice di non sapere chi sia perché nel suo inconscio vorrebbe essere alla sua altezza ma ha la piena consapevolezza di non poter mai conseguire quei traguardi politici? |
PUBBLICATO 11/10/2007
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