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Acri rischia di essere esclusa dalla comunita’ montana.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
La storica sede della Comunità Montana Destra Crati di piazza Principessa di Piemonte, tra qualche mese potrebbe essere messa in vendita. E non certo per rimpinguare le pur esigue casse dell'Ente montano ma perché, se il comune di Acri dovesse essere escluso dalla Destra Crati, si renderà necessaria trovare una nuova sede da ubicare in uno degli altri dieci comuni facenti parte dell'Ente.
Ciò potrebbe succedere visto che è in discussione al Parlamento un testo di legge che, se sarà approvato ed andrà in vigore, escluderà dagli Enti montani tutti quei comuni con popolazione superiore ai quindicimila abitanti. Dopo ben trentaquattro anni il comune silano potrebbe scomparire dalla mappa della Destra Crati e, di conseguenza, perdere la sede.
Il nuovo articolo 13 sulla razionalizzazione, riordino e contenimento dei costi delle comunità montane, che presto saranno denominate Unioni di Comuni Montani, stabilisce al punto 4 che "non possono far parte degli enti montani i capoluoghi, i comuni costieri ed i comuni con popolazione superiore a quindicimila abitanti. Come quella di Acri, appunto, che superato lo scoglio dell'altitudine, visto che la città è situata ben sopra i previsti 600 metri ( si trova a 720 metri sul livello del mare ) si trova di fronte, ora, un ostacolo difficilmente superabile.
Ieri mattina nella sede il presidente Nicoletti, il vice Capalbo ed altri amministratori erano seriamente preoccupati. Anche per questo motivo lo stesso Nicoletti invita i rappresentanti politici degli altri undici comuni a partecipare alla manifestazione nazionale denominata "la montagna vuole rispetto" in programma domani, mercoledì, a Roma. Il raduno è fissato per le 9,30 in piazza della Repubblica, seguirà poi il corteo lungo via Cavour e via dei Fori Imperiali che giungerà alle 12 in piazza Madonna del Loreto dove è previsto un comizio.
"Non andremo a Roma per difendere le nostre poltrone - dice Nicoletti - ma per chiedere più attenzione per le aree interne soprattutto dopo quello che si legge nella Finanziaria. Saremo in tanti a chiedere perché le zone montane, che già soffrono della infelice posizione orografica, non siano mortificate ed emarginate e che si spopolino.
Manifesteremo
- dice Nicoletti - anche per rivendicare più autonomia e, quindi, il trasferimento di deleghe, servizi e competenze. Non esiste una politica seria per la montagna che può essere portata avanti solo dalle comunità montane che, non solo costano poco all'erario, ma conoscono molto bene le esigenze e i problemi del territorio in cui agiscono. Spero che ogni comune faccia la sua parte e partecipi con più rappresentati - conclude il presidente della Destra Crati - ed auspico un lavoro sinergico tra gli undici comuni che mai come in questo caso è indispensabile."

PUBBLICATO 23/10/2007

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