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Una porta per Acri.

Domenico Gallipoli
Foto © Acri In Rete
Per il lavoro che faccio ho avuto l'opportunità di visionare in anteprima il pannello fotografico che dovrà essere posto nella Porta Parco, collocata in località Varrise. Il tabellone di Acri rappresenta una sorta di cartellone pubblicitario, insieme con altri appartenenti a vari paesi che con il loro territorio, in tutto o in parte, rientrano nei confini del Parco Nazionale della Sila. L'attuale parco ha assunto tale denominazione poichè il territorio protetto si è ampliato passando dagli originari settemila ettari, della zona Sila Grande, agli attuali settantamila, raggiungendo dimensioni tali da giustificare una denominazione specifica propria rispetto a quella del vecchio Parco Nazionale della Calabria.
Pertanto lo scopo è quello d'invogliare l'eventuale turista di passaggio a proseguire verso Acri, attraverso un'esposizione accurata ed accattivante delle proprie bellezze naturali, dei propri monumenti, dei prodotti tipici, delle manifestazioni culturali e ricreative, etc..
Ritornando al tabellone che dovrebbe quindi rappresentare il biglietto da visita del nostro paese la prima sensazione che ho avuto, quando lo ho visto, è stata quella di una profonda delusione mista a sconcerto alla quale è poi immediatamente subentrata la rabbia per l'obbrobrio che i miei occhi hanno potuto vedere e sopportare.
Fotografie, se si possono definire tali, a bassa definizione, scattate in una giornata invernale senza sole, e con il cielo coperto da una spessa coltre grigia.


Due di esse hanno lo stesso soggetto. Il palazzo Falcone ripreso con un diverso rapporto d'ingrandimento: una più da vicino e l'altra da più lontano per intenderci.


Altre due foto, sempre con la stessa atmosfera di cielo inquadrano la zona di Padia. Una con la neve e l'altra senza neve.


Un'altra ancora ritrae la torre civica (il cielo è sempre quello, sembra la dimora della famiglia Addams). La chiesa del Beato Angelo è invece, in uno sprazzo di fantasia, inquadrata di notte, ma non è una di quelle belle foto notturne molto suggestive che siamo, o almeno io lo sono, abituati a vedere. In pratica l'atmosfera è sempre quella: deprimente. A prima vista non si riesce nemmeno a riconoscere di quale edificio si tratti.


Ecco un anonimo panorama ripreso sempre nella stessa giornata plumbea.


Il convento del Beato Angelo è invece fotografato alle spalle, col tele obiettivo, e pertanto l'immagine risulta schiacciata e appesantita tanto da farlo sembrare più un istituto di pena che un edificio religioso.


La penultima è dedicata ad una manifestazione (quale?) nella quale alcuni produttori acresi (quali?) esponevano i loro prodotti (dove e quando?) ed in cui sono riuscito a riconoscere, per la bassa qualità d'immagine, solo la persona di Francesco Monaco, il primo da destra.
Di qualsivoglia manifestazione si tratti, perché, in uno spazio che dovrebbe essere riservato alle nostre bellezze architettoniche e naturali, c'è una "foto ricordo" posta ad "imperitura memoria"?
A quale turista o visitatore dovrebbe interessare? E soprattutto perché pubblicizzare in tale loco la partecipazione dei produttori acresi ad una fiera svoltasi in una non meglio precisata città italiana? Il visitatore è interessato a ciò che può trovare nel nostro centro e non a quello che gli acresi vanno a fare, seppur di utile, in giro per l'Italia.
I nostri prodotti tipici e quant'altro debbono certamente essere rappresentati e valorizzati, rifiutando però categoricamente l'arrogante, stupido, onnipresente presenzialismo dei politici paesani, per cui balena alla mente l'immediato paragone con l'urina del gatto che marchia il territorio.


Dulcis in fundo possiamo così deliziarci ancora con le immagini di altri personaggi che banchettano allegramente davanti ad uno stand straripante di forme di pecorino e salame tipico.
Questa è la Porta Parco della "città"di Acri, il nostro biglietto da visita, cioè quello che siamo: un popolo indifferente su cui grava il peso di un'atavica rassegnazione, governato da gente ignorante ed inetta, motivata dal mero interesse personale che non è capace nemmeno di trovare una fotografia del proprio paese scattata in una giornata di sole!
"'ntu culu u Parcu" direbbe l'On. Cetto La Qualunque.
Ma il sole ad Acri manca da diversi anni, troppi, forse manca dai tempi in cui Norman Douglas intraprendeva il suo viaggio in Calabria e si meravigliava del fatto di aver trovato ad Acri l'illuminazione elettrica, di aver incontrato persone capaci di colloquiare con lui in inglese, di aver gustato del buon vino e… adesso si fa solo aceto e nemmeno di qualità fino a quando ad Acri ci sarà gente che ancora è convinta che il vino non deve essere travasato ma deve stare sulla "mamma" cioè la "fezza" se no si "scatreia" e non ha più quel "fortarizzu" cioè sa di aceto.
…del buon cibo, eccetera eccetera.
Nel tabellone non è presente uno scorcio naturalistico. Non è presente un ritratto di un personaggio celebre, nemmeno dei più noti: G. B. Falcone, il Beato Angelo o il Padula. Non c'è una foto della valle del Mucone, vale a dire l'unica area compresa nel territorio del Parco, o una foto dei boschi della Crista. Non c'è una foto della piccola valle di Santa Zagaria, stupenda nel periodo autunnale ed in quello primaverile. Non c'è una foto di una delle tante salubri sorgenti presenti nel nostro territorio, oppure di una delle tante caratteristiche icone votive. Non c'è una foto della villa comunale. Non c'è una foto di una piazza del centro storico, e sono quasi tutte riqualificate. Non c'è una foto del pittoresco mercato della "chiazza e di frutti". Non c'è una foto dell'anfiteatro. Non c'è una foto del campanile di San Francesco, della chiesa di Santa Maria a Padia o di Santa Croce. Non c'è una foto dell'orologio francese della torre civica o di quello di San Domenico.
Non c'è una foto di una struttura ricettiva quale può essere un agriturismo. Non c'è una foto della Piazza Annunziata con il suo maestoso acero o del viale Calamo con i suoi ippocastani.
Io vedo invece in primo piano un signore, (e non me ne voglia) con tanto di pancia in bella vista, davanti ad una forma di formaggio e con un bicchiere (di vino?) nella mano sinistra ed una sigaretta accesa nella destra: solo questo è ciò che vedo.


Questo è ciò che vede il povero malcapitato che giunge ad Acri provenendo dal centro visitatori del Parco Nazionale Della Sila.
Ma forse, pensandoci bene non lo vede. Forse siamo fortunati in quanto il cartellone è collocato in maniera errata, cioè si pone all'ingresso della stradina che porta alla colonia Varrise, ma non girato, come dovrebbe essere, in maniera che chi proviene dal bivio di Longobucco se lo trova di fronte, bensì, pensate un po', in piena visuale a chi, giungendo da Acri, si accinge a lasciare il territorio comunale attraversandone il confine dopo circa duecento metri. Una porta d'uscita, non d'entrata!
D'altra parte cosa aspettarsi da una classe politica che non ha avuto la lungimiranza di far rientrare, nel costituendo Parco, la maggior estensione possibile del territorio comunale. Secondo i nostri rappresentanti, il Parco non è un'occasione di sviluppo per le potenzialità turistiche che esso offre, oltre alla possibilità di accedere a consistenti fondi comunitari, ma soltanto un ostacolo all'espansione edilizia indiscriminata, come quella che c'è stata e continua ad esserci ad Acri. Un paese che conta poco più di ventimila abitanti ma che ha abitazioni per centomila! E' per questo motivo che l'unica zona destinata ad essere protetta, guarda caso, coincide con quella non sfruttabile dal punto di vista speculativo: la Valle del Mucone.
Ritornando alla realizzazione grafica del tabellone è palese il fatto che bisognava per lo meno affidarsi ad un'agenzia specializzata in arte grafica, e non bisognava neanche cercarla fuori dei confini comunali. In ogni caso ci si poteva rivolgere almeno ai fotografi professionisti acresi, in possesso certamente di un importante patrimonio d'immagini fotografiche di ottima qualità.
Sopra ho nominato non a caso Francesco Monaco. L'amico Franco è stato per molti anni il presidente dell'associazione Dafne di cui io sono anche socio fondatore. Monaco sa bene che la Dafne possiede un consistente patrimonio fotografico e tra l'altro in passato l'Associazione aveva proposto al comune di Acri un progetto di un opuscolo (mai realizzato), con le foto già pronte, rappresentativo delle bellezze del nostro paese. Ma la cosa ancora più strana è che ci sono delle foto di Acri meravigliose che scorrono in continuazione sulla home page del sito web del sindaco.
A questo punto c'è da chiedersi se le immagini, che a breve saranno esposte nella Porta Parco, siano state scelte volutamente allo scopo di scoraggiare gli eventuali visitatori!
Per finire non credo che sia solo retorico affermare che Acri ha perso un'altra buona occasione. La collocazione della Porta Parco è stata solo un fastidio per i nostri amministratori, tanto è vero che la collocazione di essa è stata demandata ai Vigili Urbani, valutata alla stregua di un anonimo segnale stradale.
A titolo di esempio ho voluto riportare la bellezza e la sobrietà delle immagini dei pannelli di altri due paesi del parco: Spezzano Piccolo e Serra Pedace.




A proposito, in quei due paesi ed anche in quelli limitrofi gli abitanti appellano noi acresi definendoci "ciardulli" e vi posso assicurare che non è un bel complimento.

PUBBLICATO 4/12/2007

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