Una piccola centrale elettrica.
Piero Cirino
“Non è inquinante - spiega Covello - e presenta un ottimo abbattimento fumogeno, non sprigiona odori e non produce rumori. Inoltre risolve il problema dei rifiuti che assilla tanti Paesi e offre un contributo economico all'agricoltura”. La centrale si produce coltivando il ceppato per la base dell'alimentazione del 70%, mentre il rimanente 30% si ricava dagli altri derivati. Queste centrali vanno costruite a distanza di 10 mila ettari l'una dall'altra. “Oltre a presentare un vantaggio per la distribuzione energetica - spiega ancora l'inventore -, è un'ottima fonte di guadagno agricola, oltre che una interessante prospettiva occupazionale. Se si considera che il fabbisogno energetico di un Paese come l'Italia è di circa 300 milioni di MW all'anno, i vantaggi di questa forma di energia sono tutti nei numeri, considerato che se ne possono produrre circa 450 milioni all'anno. Questo sistema energetico - ci racconta ancora Gabriele Covello - si produce interamente dal suolo terrestre e si potrebbe definire di agricoltura elettrica biologica, che viene prodotta senza ricorrere ad altre risorse e fonti minerali, né tantomeno nucleari. Non vi sono costi di trasporto e non causa danni da inquinamento all'atmosfera terrestre”. |
PUBBLICATO 9/12/2007
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