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Future mamme in fuga dall’ospedale e ambulatori ginecologici semivuoti – Incerto il futuro del “Beato Angelo” ma la società civile non interviene.

Rosanna Caravetta
Foto © Acri In Rete
Ambulatori ginecologici sempre più semivuoti e future mamme che emigrano verso altre strutture. È, purtroppo, il triste dato che si continua a registrare da alcune settimane nell’ospedale cittadino “Beato Angelo”. Un fenomeno che ha preso il via da quando lo scorso 17 gennaio ci si è trovati di fronte alla schiacciante realtà dell’imminente chiusura di Ostetricia con il decreto numero 4 che ne garantisce l’attività solo fino al prossimo 1° maggio.
Gestanti allora in fuga perché a questo punto , stando ai racconti delle donne, serve ben poco farsi seguire nel corso della gravidanza da medici del “Beato Angelo” se poi al momento del parto ci si troverà in un altro nosocomio e soprattutto con altri medici.
Un ragionamento logico e comprensibile ma che tuttavia potrebbe avere un risvolto ancora più negativo se si guarda alla questione da un’altra prospettiva. E se ancora una volta, infatti, come ha rassicurato il primo cittadino Trematerra, l’ospedale «non verrà toccato» e si dovrà invece continuare a lavorare con maggior fermento e intensità potenziando e guadagnando i numeri necessari per rimanere in piedi, pare ovvio, almeno per ora e nel caso specifico di Ostetricia, che procedendo in questa direzione appare sempre più vicino il rischio di arrivare senza quei tanto famigerati numeri i al 2012 dovendo così definitivamente battere la ritirata.
A tal proposito il mondo politico è ancora una volta in netta antitesi. Perché se da un lato, ovviamente, la maggioranza fa quadrato attorno al sindaco Trematerra, tornando a ribadire che il punto nascita così come tutto l’ospedale non saranno ridimensionati, dall’altra parte l’opposizione, che guarda ai dati oggettivi e quindi al decreto emanato lo scorso gennaio, è più scettica e meno fiduciosa in un risvolto positivo.
Ma il dato più interessante è che, in tutta questa querelle, con una situazione che appare sempre più meno chiara, la società civile sembra essere assente e distaccata, come se il futuro dell’ospedale non riguardasse la cittadina silana. Qualche nota discordante la si legge solo sul web dove sulle pagine di “Acri In Rete” appare ogni tanto l’opinione di chi urla il suo dissenso a tutto ciò.

Fonte: "Gazzetta del Sud del" del 11-01-2011.

PUBBLICATO 14/02/2011

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