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“Abou Diabo” a rischio chiusura.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
I continui sbarchi di clandestini sulle coste calabresi degli ultimi giorni hanno evidenziato il paradosso della possibile chiusura del centro di accoglienza “La casa di Abou Diabo” di Acri, proprio mentre non si sa dove ospitare i minori che provengono dalle zone più disparate a bordo di gommoni. Il centro acrese, nato da un'idea della cooperativa sociale Promidea, è ormai allo stremo per mancanza di finanziamenti, dopo che per circa tre anni è riuscito a raggiungere risultati straordinari nell'integrazione di giovani accompagnati alla maggiore età. Una speranza poteva arrivare dal finanziamento di un progetto triennale, ma la commissione, riunitasi tra Natale e Capodanno, per valutare tutti i progetti arrivati al Ministero degli Interni sui Centri di Accoglienza per minori, decide che la Casa di Abou Diabo è ammessa, ma non finanziata, al 49° posto, cioè al penultimo, in graduatoria. Solo trenta saranno finanziati.
«Il centro - ricorda il responsabile Luigi Branca - ha avuto circa 30 ospiti in questi tre anni di vita: tutti, e sottolineo tutti, hanno avuto il permesso di soggiorno (chi di 1 anno, chi di 3, chi addirittura di 5) , circa la metà di loro è rimasta ad Acri, gli abbiamo (io e gli altri 4 operatori) trovato una casa e soprattutto un lavoro in un paese dove la disoccupazione giovanile è al massimo livello. Abbiamo fatto molti protocolli d’intesa – continua Branca - e quindi i ragazzi per meglio integrarsi hanno avuto e avrebbero avuto ancora per i prossimi anni, visite dentistiche e oculistiche gratuite, medicinali gratuiti, tornei di calcio e scacchistici e tante altre cose ancora. Noi operatori siamo stati in visita in molti altri centri e vi posso assicurare che i nostri ragazzi sembravano vivere in un hotel a cinque stelle. Ora - aggiunge ancora il responsabile del centro -, leggendo i giornali in questi giorni si scopre che tutti i centri sono al collasso mentre in quello di Acri, che ospita solo due persone e potrebbe ospitarne altri, non arriva nessuno. Sui quotidiani nazionali leggo queste cifre: totale sbarchi in Italia (ultima settimana) 5.526 di cui 5.384 uomini, 34 donne e 108 minori. Ora io mi chiedo dove li mettono tutti questi minori se per legge non si possono rimpatriare? Dove si mettono tutti questiminori se i centri di accoglienza per minori sono stracolmi? Si aprono nuovi centri e quelli già esistenti chiudono, mi sembra un controsenso. Come mai si aprono tanti in Sicilia e si chiude l’unico centro perminori nonaccompagnati in Calabria? Questo nostro centro èstato un fiore all’occhiello per Acri e per tutta la Calabria, soprattutto dopo i vergognosi fattidi Rosarno, il paese ha voluto bene a questi giovani immigrati e gli ha offerto accoglienza». Branca ha anche parlato con Trematerra e con l’assessore alle Politiche Sociali Simone e «ci hanno assicurato il loro interessamento».

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 20-02-2011.

PUBBLICATO 20/02/2011

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