RELIGIONE Letto 2551  |    Stampa articolo

La Settimana Santa.

sac. Sergio Groccia
Foto © Acri In Rete
Credo sia atto di amicizia offrire qualche considerazione sul Triduo pasquale del Giovedì santo, Venerdì e Sabato santo, così da accoglierlo con fede ravvivata e vivere più intensamente il Mistero pasquale, insieme!

GIOVEDI SANTO: IL GIORNO DEL SERVIZIO COME DONO DI SÉ
I TRE GRANDI EVENTI DI QUESTO GIORNO:
1. LA S. MESSA DEL CRISMA
In ogni cattedrale il vescovo invita tutti i sacerdoti a partecipare a questo solenne momento, per
confermare quel'amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi' e 'siate una cosa sola': è la celebrazione della preziosa comunione dei sacerdoti con il vescovo e la grande festa del sacerdozio.
Infatti nelle cattedrali si ha la gioia di incontrare e conoscere i nostri sacerdoti con il vescovo 'come una cosa sola' e, nello stesso momento, si esalta il ministero sacerdotale, con la consacrazione degli oli: quello dei catecumeni, quello dell'Unzione degli infermi e il Sacro Crisma, per l'unzione della Cresima, dei sacerdoti e dei vescovi. Meraviglioso!
2. LA S. MESSA IN CAENA DOMINI (in serata)
è la celebrazione del dono totale di Gesù nel sacrificio della Messa ed insegna a tutti noi che amare è 'servire', da qui la cerimonia del celebrante che si fa servo, mettendosi il grembiule e lavando i piedi ai
fedeli: 'Non sono venuto per essere servito, ma per servire: è l'esaltazione del grande atto di Amore - che è per sempre - della Istituzione della Messa o Sacrificio Eucaristico.
E, come a ricordare a tutti, che entriamo nel momento del sacrificio di Gesù, al canto del Gloria si suonano le campane per l'ultima volta, poi taceranno fino alla veglia di Resurrezione. Quindi il celebrante porta le Ostie consacrate in un tabernacolo appartato: cala il silenzio.
3. IL SILENZIO E L'AGONIA
Nel silenzio più profondo la Chiesa ricorda la notte di dolore di Gesù nel Getsemani e la sua agonia: anche noi siamo chiamati a vegliare, per farGli compagnia.
"Un amore che chiama amore - scrive Paolo VI - 'Amatevi come Io amo voi'.
Quel 'conte' dà le vertigini. Ci avverte che non avremo mai amato abbastanza. Ci avverte che la nostra professione di amore cristiano è ancora al principio. Ci avverte che il precetto della carità contiene svilupppi potenziali che nessuna filantropia sa uguagliare. La carità è ancora contratta e racchiusa entro confini di costumi, di interessi, di egoismi, che devono dilatarsi.
'Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete scambievolmente".


VENERDI SANTO: IL GIORNO DEL DOLORE-AMORE FINO ALLA FINE.
La Chiesa celebra questo giorno in modo suggestivo, raccontando tutto il dolore possibile, ma con amore. Cerchiamo di 'entrare' nell'anima di questi eventi.
1. IL SOLENNE MEMORIALE DELLA MORTE DI GESÙ
Nel primo pomeriggio - normalmente alle 15, ora della morte di Gesù - la Chiesa si raduna e legge solennemente il racconto della Passione, Crocifissione e Morte di Gesù.
2. LA PREGHIERA UNIVERSALE
La Chiesa prega per tutta l'umanità. Passa in rassegna tutti gli uomini, di ogni condizione, anche spirituale, fede, razza, considerandone tutte le necessità, offrendole, nel momento della morte-amore di Gesù, al Padre.
3. L'ADORAZIONE DELLA CROCE
Viene solennemente scoperta dal celebrante la Croce e la si deposita ai piedi del presbiterio per il bacio: è il bacio di Chi dalla croce attende il nostro amore.
4. LA DISTRIBUZIONE DELLA S. COMUNIONE
Il celebrante, senza la S. Messa, semplicemente, offre l'Eucarestia, come a voler posare Gesù 'morto' nel sepolcro del nostro cuore.
5. LA PROCESSIONE DEL VENERDI' SANTO
Una breve riflessione di Paolo VI:
"Qui il dolore ci appare cosciente! La terribile passione era prevista. Lo strazio e il disonore della croce era saputo! E fu voluto nella sua crudele interezza, senza i consueti narcotici, che mitigano la nostra sofferenza: l'importanza del se, del quando e come verrà.
Gesù è colui che conosce l'infermità in tutta la sua estensione, in tutta la sua profondità, in tutta la sua intensità, in tutta la sua terribilità, tanto da spremere sangue dalle vene già nell'agonia del Getsemani. E tanto basta per renderlo fratello di ogni uomo che soffre e che piange: fratello maggiore e fratello nostro. Egli detiene un primato che accentra in lui la simpatia, la solidarietà, la comunione con ogni uomo paziente. Gesù è morto innocente, perché l'ha voluto; ha voluto assumere in Sé tutta l'espiazione dell'umanità".
Giustamente la Chiesa canta: 'Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo.


SABATO SANTO: IL GIORNO DELLA GRANDE ATTESA
Il Sabato Santo è il giorno del grande silenzio. Il giorno dello smarrimento o, forse meglio, la Vigilia della nuova nostra creazione, dopo il peccato originale, che la Chiesa vive, tacendo ed aspettando. A noi non rimane che contemplare il silenzio di Maria, Madre di Gesù e nostra: un silenzio che non era certamente come la fine di un sogno, ma l'inizio di una realtà sicura e meravigliosa.
La Chiesa vive questa attesa, che si fa grande evento nella suggestiva Veglia Pasquale.
Con voi voglio riviverla:
1. la Veglia inizia a luci spente, come a dirci il buio in cui è immersa l'umanità senza l'Amore di Dio accolto e contraccambiato.
2. Il buio comincia ad essere vinto con la benedizione del fuoco, in fondo alla chiesa, e quindi l'accensione del cero pasquale, come 'LUCE DI CRISTO' che si fa strada tra di noi. Il Cero passa tra la folla, accende le candele e, lentamente, tutto è uno sfavillio di luci, come l'alba di un nuovo giorno.
3. Esplode la gioia con il canto di S. Agostino, l'Exultet, detto ANNUNZIO PASQUALE, che pare contenere la stessa gioia di Dio quando ci creò. È un canto meraviglioso.
4. Seguono le letture del Vecchio Testamento (7) che sono un ripercorrere la nostra storia con Dio, fino
al CANTO DELL'ALLELUJA E IL GLORIA, CHE ANNUNZIANO A TUTTI I.A. RESURREZIONE, sciogliendo dal silenzio le campane, in segno di gioia piena e completa:
È PASQUA. 'IL GIORNO DEL SIGNORE'.


PUBBLICATO 19/04/2011

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