Ospedale, chiude il punto nascita.
Piero Cirino
Lo ha detto ieri, in apertura del consiglio comunale, il sindaco Gino Trematerra, che ha informato anche di un incontro che il giorno prima una delegazione, che egli stesso ha guidato, del consiglio comunale ha avuto con il presidente della giunta regionale Giuseppe Scopelliti. Trematerra, con toni entusiasti, ha sottolineato l'impegno di Scopelliti per un potenziamento del nosocomio, scongiurando il pericolo di chiusura. L'inizio del consiglio è stato surreale: l'unica cosa certa è la chiusura del punto nascita, ma si parlava di risultati raggiunti, ancora tutti da verificare. Il primo cittadino, per quanto riguarda il punto nascita, si è detto impotente, "perché è una misura nazionale ed è stata sollecitata dall'associazione dei ginecologi". Al di là della ipotizzata ineluttabilità della chiusura, a questo risultato Acri arriva senza aver combattuto. E questa è la sconfitta più grave. Il sindaco si è detto ottimista a più riprese e oggi parla di impossibilità a far si che sulle carte d'identità possa ancora comparire Acri come luogo di nascita. Che Trematerra cerchi di spostare il discorso sul destino più complessivo dell'ospedale è politicamente plausibile (cos'altro potrebbe fare?), ma questo non può nascondere il fatto che solo fino pochi giorni fa ostentasse un ottimismo evidentemente fuori luogo. Dal punto di vista politico, le opposizioni tuttavia non possono giocarsi la carta, perché hanno le stesse responsabilità del primo cittadino e della maggioranza. Il centrosinistra ha deciso di fidarsi ciecamente del prestigio personale del primo cittadino e del suo peso contrattuale nei confronti della giunta regionale, di cui fa parte anche il figlio Michele. Se in questi mesi si è registrato un pericoloso sonno delle coscienze, questo è dovuto alla rinuncia del centrosinistra a fare ciò che l'elettorato l'aveva impegnato a fare: vigilare e proporre un'alternativa di governo. Nonostante le diffuse preoccupazioni, in questi mesi le opposizioni non hanno mai organizzato una manifestazione di coinvolgimento popolare, sia pure per creare le necessarie premesse per una più incisiva pressione. La storia acrese dice impietosamente di essere abituata a ben altro. Nei giorni scorsi era in programma una seduta aperta del consiglio comunale sulla questione ospedale, rinviata per l'assenza di Scopelliti, con l'impegno che comunque si sarebbe tenuta entro fine mese. Al suo posto si è tenuto un incontro con il presidente della giunta regionale. Non è proprio la stessa cosa, considerato che una occasione in cui dar corso a una discussione che coinvolgesse tutte le voci e le espressioni della comunità acrese non è mai stata creata. Ora, nella migliore delle ipotesi, in zona cesarini, potrebbe esservi una ulteriore proroga di una chiusura che comunque non è stata cancellata. Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 30-04-2011. |
PUBBLICATO 30/04/2011
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