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Punto nascita. Interrogativi e contraddizioni

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Quella appena terminata è stata la settimana della riflessioni e delle critiche. La disattivazione del punto nascita è stata al centro di aspre polemiche nei confronti della giunta comunale e regionale da parte del centro sinistra. Sel, IdV e Pd insieme per sottolineare lo scarso potere contrattuale del sindaco Trematerra colpevole, secondo le forze di centro sinistra, di non aver saputo impedire la chiusura di ostetricia. Da qui una serie di pesanti accuse alle quali il primo cittadino ha preferito non replicare.
Ma restano anche altri interrogativi ed emergono palesi contraddizioni. Vediamo. IdV critica l'atteggiamento dell'opposizione per il silenzio mostrato nella vicenda. Fin qui nulla di strano, è il compito della minoranza stimolare e giudicare. Il problema è, però, che tra i banchi dell'opposizione siede Cristina Minisci, unico rappresentante IdV in consiglio. IdV, quindi, critica anche se stessa o i dipietristi sulla vicenda ospedale sono spaccati? La segreteria locale sceglie toni duri, l'esponente istituzionale preferisce la via del dialogo. Questioni prettamente tecniche, ora. Stato e regione hanno deciso che i reparti di ostetricia al di sotto dei cinquecento parti devono essere chiusi perché non garantiscono la sicurezza di partorienti e nascituri. Evidentemente il reparto del Beato Angelo fa eccezione. Non si spiega, altrimenti, il perché il reparto è ancora in funzione. Scopelliti, in qualità di commissario alla sanità, ha deciso che il reparto potrà continua ad essere operativo ma solo per le urgenze mentre i parti normali dovranno essere effettuati altrove. Ma allora è sicuro oppure no? Proprio sabato scorso, in un reparto completamente vuoto, è venuta alla luce una bimba di nome Alessia.
La mamma, una donna di origine polacche ma sposata con un acrese, è giunta in ospedale perché pronta per un imminente parto naturale. L'equipe, formata da ginecologi, ostetrica, infermieri e puericultrici, ha garantito tutta la dovuta assistenza.
Chissà cosa sarebbe successo se il reparto fosse stato chiuso e senza, ancora, i mezzi adeguati a disposizione per il trasporto della donna.

PUBBLICATO 10/05/2011

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