OPINIONE Letto 2640  |    Stampa articolo

ELOGIO della PARTECIPAZIONE, LOTTA all’INDIFFERENZA e ad ALTRE FORME AFFINI.

Angela Maria Spina
Foto © Acri In Rete
La violenza contro le donne è un fenomeno connotato di Emergenza: prima causa di morte. Dati recenti di una ricerca Istat, registrano 7 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni nel nostro Paese ad avere subito violenza sessuale o fisica nel corso della vita, pari a una donna su tre. Un tema perciò di pressante attualità sul qualel'Amministrazione Provinciale alle Pari Opportunità Cultura e Politiche Femminili della Provincia di Cosenza, il Centro Contro la Violenza alle donne "Roberta Lanzino" di Cosenza e l'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Acri in perfetta sinergia, hanno prontamente risposto, organizzando un Seminario dal titolo "Violenza di Genere: conoscerla e Combatterla" tenutosi nella sala consiliare del palazzo dei Principi Sanseverino. L'intenzione meritoria attribuita alla volontà dell'assessore comunale avv. Simone e degli egregi operatori dei servizi sociali, era certamente di promuovere una giornata di formazione/informazione da riservare principalmente ai giovani delle scuole secondarie superiori, che ingiustificatamente hanno disertato e sprecato un'importante occasione.
Eccezion fatta per il preside Prof. Busa, e i suoi spigliati giovani dell'Istituto Ipsia di Acri accompagnati da volenterosi docenti e uno sparuto numero di addetti ai lavori; in molti hanno latitato il tema, la presenza e il valore di un'iniziativa meritevole e indiscutibilmente necessaria ad un intero territorio che certi momenti di riflessione e approfondimento proprio non dovrebbe sprecare.
La violenza di genere, così come emerso dal seminario è soprattutto domestica avviene cioè a opera di familiari e conviventi, dunque riguarda da vicino ciascun individuo sensibile e socialmente attivo. Certo la violenza che accade casualmente in strada a opera di sconosciuti non è meno drammatica, c'è un problema in ordine alla sicurezza per le donne, nelle periferie, c'è un grosso problema nella mancanza di servizi e strumenti adeguati al contrasto tempestivo di questo fenomenoabietto. Altrettanto grande è il problema della carenza di strutture per il sostegno e la prevenzione contro la violenza di genere, che come ha recitato lo slogan stesso del seminario, bisogna prima Conoscere per poi Combattere. Di fronte alla mancata risposta di partecipazione al seminario, e anche rispetto agli aspetti più complessi di un fenomeno di questa portata, registrare una blanda presenza di pubblico equivale ad affermare vuota Indifferenza ai temi proposti, che farebbe pensare:
1° che siamo immuni da cotali problemi- e ciò non può - risultare vero.
2° che l'annichilimento prodotto dall'indifferenza è una forma di violenza assai più pericolosa e da contrastare se non altro per gli effetti che è portata a produrre qualora, gli organi locali amministrativi non siano in grado di svolgere con debite misure, una presa d'atto e di coscienza, relativa l'attivazione di necessari e tempestivi interventi nei circuiti cittadini, relativamente al grave <<gap>> di Dis-Interesse che inocula scarsa sensibilità. Circa la questione del merito mi abrogo perciò il diritto di esprimere un severo giudizio verso chi certe manifestazioni proprio non dovrebbe disertare, parlo di docenti, studenti, operatori psico - socio sanitari, intellettuali, mezzi d'informazione, autorità politiche rappresentative, nonché agenzie privilegiate della formazione/informazione e della prevenzione/contrasto ; non fosse altro che per il grave onere di responsabilità che ad essi precipuamente compete.
La presa in carico di certe tematiche deve poter contribuire ad accrescere interesse e capillarizzazione come strumenti di arricchimento emancipazione e progresso.
Promuovere quindi un severo giudizio contro gli ingiustificati assenti, equivale a esprimere un preciso atto d'accusa, che NON equivale a una lectio magistralis di morale, ma piuttosto intende stimolare una cortese riflessione, alla non sottovalutazione e gravità del problema, che in un clima culturale di svilimento della dignità femminile, rappresenta un vero e proprio campanello d'allarme; poiché non si comprendono - se mai se ne trovino - recondite ragioni che hanno spinto alla diserzione e latitanza pseudo attivi promotori del "volontariato" politico culturale e sociale acrese, circa l'iniziativa. In un momento in cui dichiarazioni, azioni, e considerazioni di certa politica "malata" risultano inaccettabili, offensive, lesive della dignità di tutte le donne, ancor più di quelle che della violenza sono drammaticamente vittime. L'iniziativa dell'amministrazione locale, espressione della migliore Buona Volontà in corso, rischia francamente di cadere nel vuoto se non ampiamente e opportunamente "agguantata" e resa sistemica.
Chi scrive da tempo è sollecita a tematiche sulla differenza di genere, tanto che su questo tema non tollera né battute o leggerezze, né vuote parole di rassicurazione, perché insieme tutte, sono il sintomo e la causa di un clima <<asfissiante>> che va combattuto in modo fermo e deciso, con estrema inequivocabile chiarezza. Contro la violenza sulle donne è necessario lavorare sulla prevenzione e promuovere una cultura del riconoscimento della libertà reciproca e del reciproco rispetto tra uomini e donne. Ho sempre pensato che per sviluppare queste tematiche occorressero politiche concertate di <> realizzate in favore delle donne, ma svolte in funzione trasversale alla intera società: dai servizi pubblici, ai settori delle attività private, dagli ambiti specifici della politica, fino al variegato e "distratto" mondo dei consumi e ben oltre. E' indubbio che ciò di cui non possiamo fare a meno sono quegli amministratori<<Illuminati>>o Politici di<<Rango>>che sappiano far<<germogliare>> iniziative sul territorio: Reti di sostegno, Idee di contrasto a fenomeni come <<l'atarassia civile>>. Riconoscere che esiste un problema di disinteresse e noncuranza, verso questi temi, significa aver voglia di mettere in campo azioni che solo se adeguatamente sviluppate possono essere messe a frutto, con il contributo di Tutti poiché riguardano le relazioni stesse tra uomini e donne. Mi rendo conto che le implicazioni richiedono un impegno straordinario, che deve poter far leva su ragioni motivazionali e forse squisitamente ideologiche. Magari quelle che ciascuno di noi deve poter scoprire. In un difficile momento in cui evidentemente addormentare le coscienze serve come forma di miglior controllo, anche delle vite degli altri. Affrontare la violenza maschile sulle donne significa infrangere uno specchio deformante della realtà, dove gli schemi di lettura, le categorie, le parole stesse - che usiamo sono già espressione della cultura e delle visioni che supportano quella stessa violenza.
La percezione della violenza, da quella sessuale fatta di maltrattamenti, molestie, a quella psicologica, caratterizzata da un numero imprecisato di vittime; a quella consumata all'interno delle pareti domestiche che costituisce l'aspetto numericamente più rilevante; Conta come la percezione d'insicurezza diffusa, rispetto al formarsi di una coscienza collettiva. Poiché il problema autentico insito nella violenza di genere riguarda, con ogni evidenza, quello dell'Emersione.
Far emergere dal silenzio e dalla minorità le donne, significa parlare di ciò che la comunità internazionale riconosce come una violazione dei diritti umani fondamentali, ma che è destinata a rimanere dramma oscuro se continua a consumarsi nel silenzio, spenta nelle assenze di vissuti individuali ed esistenziali, che si bruciano nell'isolamento e nella solitudine.
Abbiamo bisogno a livello locale di dare impulso e forse vita a un Piano d'Azionecontro la violenza alle donne, senza disattendere le responsabilità programmatiche e finanziarie di certe azioni amministrative, magari quelle che inquadrando la violenza maschile contro le donne come un problema strutturale di ogni società, considerandolo come uno specifico problema anchedella nostra comunità, del rapporto sbilanciato di potere fra donne e uomini; intervenendo in maniera articolata e predisponendo misure che sappiano guardare non solo all'aspetto della giusta repressione del fenomeno della violenza, ma in grado di sviluppare soprattutto l'azione di emersione, prevenzione e formazione, contro la violenza sessuale e di genere al quale destinare una quota di investimenti finanziari, per Realizzare chiare iniziative, come quelle in favore di un Osservatorio territoriale. Sarebbe necessario pertanto istituire un Tavolo Permanente d'indagine e studio dei fenomeni locali in grado di garantire politiche di mainstreaming sul piano della violenza di genere. Attraverso la dotazione di questi strumenti sarà possibile la vera attuazione delle politiche di contrasto alla violenza sulle donne, che richiedono forti sinergie tra diversi attori protagonisti della scena del cambiamento, con particolare riguardo alla tessitura di rapporti sociali svolte dalla politica dal volontariato, attraverso rapporti di collaborazione tra Stato, Regioni, Province, Comuni, nell'ambito dei ruoli, loro assegnati e previsti dal titolo V della Costituzione che, ispirandosi al metodo aperto di coordinamento vigente a livello comunitario, mette in campo l'effettiva attuazione della funzione d'indirizzo generale e di monitoraggio.
Il fenomeno della violenza attiene al senso comune ed è sicuramente un terreno culturale che non è possibile Non considerare prioritario. Per questa identica ragione le principali agenzie formative, hanno il dovere di intervenire per innescare significativi cambiamenti; premessa fondamentale sia per promuovere servizi Concreti dei bisogni della collettività; sia per misurare e sviluppare opportune progettualità di innovazione, attraverso scuole, sanità e assistenza sociale.
La creazione perciò di una rete locale che lavora sul territorio contro la violenza sulle donne e sui minori, può perciò diventare un punto fermo, che utilizzando e diffondendo modelli già sperimentati in territori diversi, serve per l'acquisizione di modelli innovativi,dell'analisi di processi d'intervento nei singoli servizi, per l'integrazione e soprattutto per la costruzione del "difficoltoso" confronto tra uomini donne, strumenti di lavoro, progettazione e azioni comuni di contrasto e di prevenzione.
Ciò di cui ho denunciato la mancanza non è dunque solo il silenzio assordante di pubblico, bensì il rischio dei guasti che quel silenzio è destinato a determinare nelle coscienze, qualora restasse inascoltato. Emerge perciò la necessità di passare a un differente modello d'intervento in cui rafforzare ed elaborare nuove strategie, realizzare specifiche campagne tematiche di formazione informazione e di sensibilizzazione, per facilitare l'emersione del fenomeno. Inserire perciò nelle programmazioni regionali o comunali questi argomenti al fine di migliorare i sistemi locali, è priorità assoluta, presa in carico reale delle necessità, per favorire la Fine di violenze e silenzi assordanti.
Credo si debba perciò intervenire a livello preventivo anche su luoghi comuni, sugli stereotipi, che alimentano la cultura della violenza, che ne filtrano la percezione, distorcendola, minimizzandola, derubricandola, talvolta contribuendo in tal modo a elevare il livello di tolleranza della violenza stessa. E confido nella lungimiranza. Coinvolgendo la politica, la scuola il volontariato i mass media, e tutte le altre agenzie territoriali enti e Istituzioni, saràpossibile rendere tangibile un'autentica inversione di tendenza destinata a migliorare qualità e consapevolezza collettiva in ragione e considerazione della natura pervasivae della profonda incidenza, che essi rivestono nella formazione dei modelli culturali.
Gli assenti ingiustificati, devono invece essere adeguatamente e opportunamente coinvolti nella promozione, e a essi si richiede incondizionata collaborazione e sollecitapartecipazione, per modificare sostanzialmente l'immagine non stereotipata della donna e anche dell'uomo, attraverso l'affermazione del rispetto della persona umana e della sua dignità, cominciando dall'uso di un linguaggio correttamente sessuato e non neutro, per collaborare a sviluppare un Piano ampio e articolato, che guarda al problema della violenza in ogni suo aspetto, che Spiega e istruisce che è possibile far intervenire efficacemente in favore di campagne forse lente talvolta difficoltose, ma pur sempre indispensabili.

PUBBLICATO 24/05/2011

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