Nello scorso mese di ottobre, quando si paventava la chiusura di alcuni uffici e, quindi, la possibile conseguente perdita di posti di lavoro, il sindaco Gino Trematerra inviò una lettera all’Enel per sottolineare l’importanza del presidio Enel Produzione sull’intero territorio.
Ieri, al comune, è giunta la risposta della nota azienda che rassicura sia gli amministratori che la città.
“Nessuno di noi – si legge nella missiva – può condividere la sua valutazione e con l’occasione desideriamo rassicurarla sul fatto che la riorganizzazione lungi dal penalizzare i territori della Calabria ma avrà invece, il risultato di assicurare un significativo avvicinamento al territorio dei livelli decisionali competenti. Non è prevista, quindi, nessuna variazione rilevante delle attività e delle competenze del personale con sede di lavoro in Acri e proprio per illustrarle meglio la riorganizzazione in atto, siamo a disposizione per un incontro da tenersi nel più breve tempo possibile.”
Fin qui, dunque, la lettera dell’Enel, uffici di Roma, che segue le preoccupazioni espresse da Tremterra ma anche dalla popolazione e dai numerosi lavoratori del settore produzione. Il rapporto tra Acri e l'Enel ha radici antiche e si è sempre contraddistinto per correttezza e riconoscimento delle grandi professionalità presenti nel nucleo idroelettrico.
Professionalità e capacità che hanno consentito un notevole incremento della produzione di energia tant'è che da una media annuale di circa 600 GWH si è passati, nel 2010 ad una produzione di circa 1000 GWH. Una ubicazione dell'Unità di Bse in altre regioni sarebbe, quindi, un atto che non trova validi giustificazioni considerando le gravi difficoltà economiche in cui versa la Calabria e le eccessive distanze che separano gli impianti da una eventuale sede in Campania.