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Trematerra, le reazioni in città

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
L’uscita dei giornali, il giorno dopo la pubblicazione del responso del ricorso, per molti è stato un fulmine a ciel sereno. C’era infatti tendenzialmente la convinzione che alla fine il ricorso non passasse.
La considerazione unanime era: “non è possibile che un uomo politico navigato, come il Sen. Trematerra, che ha quotidianamente a che fare con dirigenti politici di rango e avvocati di grido possa fare un errore così clamoroso e rischiare di perdere la scanno a Strasburgo”.
Neanche a farlo apposta, per ieri pomeriggio era stato convocato il consiglio comunale. E qui l’ennesima sorpresa: interruzione della procedura di incompatibilità, con la quale Trematerra sarebbe stato dichiarato decaduto da sindaco.
Nelle assise municipali si è consumata l’ennesima battaglia, anche se al momento del voto non c’è stata storia, in virtù della schiacciante maggioranza del centro – destra.
Le opposizioni tuttavia hanno posto un interrogativo semplice, quanto diretto: da oggi chi è il sindaco?
Da tempo Trematerra non firma più atti comunali e tutto è in mano al suo vice, Gino Maiorano. La maggioranza ha risposto che il primo cittadino rimane quello che è stato votato dai cittadini, cioè Gino Trematerra.
Altra domanda: nel momento in cui, come è stato già annunciato, si ricorrerà in Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello, la condizione di incompatibilità non sarà riproposta? Quindi Trematerra non sarà più sindaco?
Il punto è che da diversi mesi, cioè dal momento in cui è stata sollevata la questione della incompatibilità, ad Acri non si discute di altro. Le questioni procedurali fanno premio sulla politica e sui temi più squisitamente amministrativi.
Il ricorso in Cassazione chiaramente dilata i tempi di questo limbo dai contorni assai poco chiari sulle prospettive della città. In ogni caso, non si voterà prima della primavera del 2013, ma i prossimi mesi si annunciano ricchi di incertezza e con una navigazione forzatamente a vista.
Il ricorso in Corte d’Appello non è un fatto politico, ma è indubbio che paradossalmente il suo accoglimento abbia scompaginato i piani delle opposizioni, già proiettate al prossimo appuntamento con le urne.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 12-3-2012

PUBBLICATO 12/03/2012

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