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Ventarola, gli inquirenti lavorano sulla matrice dolosa

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Non c’è ancora l’ufficialità, ma non è certo una forzatura ricondurre l’incendio dell’auto del comandante della Polizia Municipale Antonio Ventarola a una matrice dolosa.
Le fiamme hanno avvolto, distruggendola, la Fiat Panda 4X4, vecchio modello, di colore verde, parcheggiata sotto casa, in via Cavour, una zona residenziale di recente espansione, nella notte tra lunedì e martedì scorsi.
Sono state domate dai Vigili del Fuoco di Acri e di Cosenza, subito dopo la segnalazione avvenuta intorno alle 3:40. Nella immediatezza sono giunti sul posto anche i Carabinieri della stazione di Acri, che hanno provveduto a raccogliere gli elementi utili ad avviare le indagini.
Nei giorni scorsi i militari della Benemerita hanno interrogato minuziosamente la carcassa dell’auto e a qualcosa sono pervenuti.
Hanno la bocca cucita, come loro consuetudine, ma la pista intorno alla quale stanno alacremente lavorando è quella dell’origine dolosa dell’incendio.
Addirittura le indagini sarebbero al punto di avere già individuato una rosa di nomi sulla quale concentrare le loro attenzioni. Sembrerebbe che il possibile movente intimidatorio possa essere ricondotto all’attività professionale di Antonio Ventarola.
Che si tratti di un ambulante che frequenta il mercato settimanale, un autista infuriato per aver ricevuto una contravvenzione, il proprietario di un fabbricato che ha ricevuto l’ordinanza di fermo dei lavori o una multa saranno le indagini a doverlo appurare.
Gli inquirenti sembrano comunque certi che si tratti di una ritorsione ai danni del comandante della Polizia Municipale per un suo provvedimento.
Sulla vicenda, nei commenti ufficiali, finora vi era stata una certa cautela, com’era giusto che fosse, proprio perché occorreva capire quali fossero le origini di quelle fiamme.
Nel recente passato è accaduto che auto, anche di proprietà di personaggi che ricoprivano responsabilità pubbliche, prendessero fuoco senza che nessuno avesse provocato l’incendio, e questo ha influito in una prima valutazione dell’accaduto.
Quella di Acri è una storia in cui non si trovano episodi che possano costituire una valida casistica di riferimento a proposito di atti intimidatori.
Da oggi, tuttavia, l’incendio che ha distrutto la Fiat Panda del comandante Antonio Ventarola sembra destinato a costituire un precedente. E con questo la comunità acrese, al di là della sua storia, deve comunque fare i conti.
Ora che la matrice dolosa sembra essere quasi certificata, è ipotizzabile che i commenti di riprovazione per l’accaduto e di solidarietà per il comandante incomincino a riempire le pagine dei giornali.

PUBBLICATO 17/03/2012

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