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“La politica non è piacevole cosa… però!”

Cecilia Donato
Foto © Acri In Rete
Una domanda che spesso ci si pone negli ultimi tempi è se vale la pena continuare a credere nell’importanza della politica quale servizio verso l’interesse generale e il bene comune, quando la cronaca quotidiana, invece, è cadenzata da vicende di malcostume, frodi, e privilegi che hanno visto coinvolti esponenti politici e amministratori dello Stato.
D’altro canto, perché meravigliarsi? Le speculazioni hanno sempre attraversato tutte le epoche storiche, forse negli ultimi anni tali ladrocini hanno avuto l’aspetto della spudoratezza di chi, in forza del consenso popolare ,si sentiva in potere di fare tutto anche di sottomettere la legge e rinnegare la democrazia.
Dobbiamo proprio ammettere che negli ultimi anni alla guida del Paese ci sono stati i furbi, le caste e le cricche di potere, dunque, una rappresentanza, la peggiore della società italiana che ha inquinato i principi culturali e sociali della civile convivenza e del bene comune.
La gente onesta del Paese, tuttavia, come ha reagito all’imbarbarimento etico e culturale? Molto probabilmente non ha saputo opporsi in modo tempestivo e adeguato, perché il clima che oggi si respira è quello dell’indifferenza o dell’antipolitica, basta guardare agli ultimi risultati elettorali delle regioni coinvolte per l’elezione dei sindaci e delle giunte comunali si evince che il partito più forte è stato l’astensionismo.In effetti viviamo in una situazione difficile, ci chiedono enormi sacrifici per evitare il disastro economico, ma si continua ad assistere ai cattivi comportamenti di quella stessa classe dirigente che ha danneggiato il Paese e non solo, vanifica il lavoro di risanamento economico e morale avviato in questi mesi;certamente ci sono scelte impopolari e discutibili che vanno riesaminati e modificati (pensioni, riforma del lavoro etc), ma questo è un altro discorso; qui la riflessione si pone su quello che piuttosto bisognerebbe evitare: veder rafforzarsi l’idea per cui” la politica rimane una cosa sporca ed è meglio stare lontani”.
Sinceramente è quello che si percepisce,ci sentiamo nauseati e scoraggiati, predominati da un istinto di autoconservazione.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fa bene ad esortare i giovani a scendere in campo, perché il cambiamento non può che partire dalla società, dalla partecipazione alla vita democratica del Paese, dall’impegno civile. Ma per fare questo bisognerebbe che la classe dirigente sia ”svecchiata” non propriamente a livello anagrafico,bensì di mentalità, cominci a parlare un linguaggio nuovo, diverso, che possa presentarsi in modo propositivo con progetti comuni e alternativi e miri alla loro realizzazione per il bene di tutti e non per il proprio”particulare” di guicciardiana memoria e quello degli amici. Dare realmente spazio ai giovani di buona volontà e speranza! Quante volte si è invocato e sperato affinché ciò si realizzasse? Ecco perché la risposta alla crisi della politica in Italia è la rassegnazione o l’antipolitica, che della crisi sono allo stesso tempo causa-effetto. Serve, allora, un forte impegno educativo e culturale per ridare prestigio all’istituzione e alla politica, perché Piero Calamandrei (protagonista della rinascita morale dell’Italia repubblicana sulle ceneri della tragedia bellica) se avesse potuto assistere allo sfacelo morale e civile dell’Italia presente avrebbe detto ”la politica non è una piacevole cosa, però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare(…) Ricordatevi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica”.
Quindi una nuova etica pubblica, un effettivo rinnovamento morale e culturale sono possibili esattamente come negli anni che seguirono la seconda guerra mondiale,ma se continuiamo a non avere fede nello Stato che siamo, senza quello sforzo supremo a difendere la libertà dalle lusinghe delle umane debolezze, imparando a dire con decisione NO alla corruzione pubblica e privata, NO all’evasione fiscale, NO a chi ci vuole strumentalizzare e tanti altri no che ledono e offendono la dignità umana, la nostra società continuerà a ripetere periodicamente gli errori di sempre.

PUBBLICATO 28/05/2012

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