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Fc Acri - Nissa: 1 - 0

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Fc Calcio Acri (4-3-1-2): Mauro; Sposato, Filippo, Deffo, Martucci; La Canna, Perrelli (27’ st Visciglia), Levato, Domanico (16’ st Zicarelli ); Alessandrì (28’ pt Foderaro), Galantucci. In panchina: Gardi, Cavatorti, Bonomo, Naccarato. Allenatore: Riccardo Petrucci

Nissa (4-4-1-1): Novembre 6; Marchese 6, D’ Angelo 6, Butticè 6, Di Marco Y. 6; Fricano 6,5, Avola 7, Guerrei 6,5; Sassano 6, Rabbeni 7 (32’ st D’ Urso sv), Marletta 6 (21’ st Cirilli 6). In panchina: Sanfilippo, Bevilacqua, Piangente, Mirabella, Dellera. Allenatore: Sasà Marra 6,5

Marcatori: 20’ st Perrelli
Arbitro: Del Dosso di Molfetta, 4,5 (Muto di Torre Annunziata e Assante di Castellamare di Stabia)
Note: Spettatori 2500 circa (cinquanta gli ospiti). Ammoniti: Martucci (A), Foderaro (A); Novembre (N), Guerrei (N), Avola (N). Espulsi: al 48’ st Foderaro (A) per somma di ammonizioni; allontanati dalla panchina dell’Acri, al 45’ pt Naccarato , al 30’ st il preparatore Bavaro e al 42’ st Perrelli. Angoli 4-1 per la Nissa. Recuperi: 2’ pt, 5’ st

Acri - L’impresa ardua, perché di questo si trattava, non è avvenuta sicchè la formazione silana torna in Eccellenza dopo appena una stagione. Epilogo triste e imprevedibile dopo un girone di andata che ha visto i rossoneri in testa alla classifica. Di contro, una seconda parte del torneo disastrosa con appena due vittorie e che ha trascinato l’Acri dalla seconda posizione di dicembre alla zona gialla di maggio.
Incredibile ma vero quanto vanificato in appena quattro mesi. Dopo la gara di andata, ieri ci voleva una prestazione super, una di quelle viste nella prima parte del torneo che hanno permesso a Deffo e compagni di battere Cosenza, Messina e Battipagliese. Alla fine la super prestazione è stata a metà, ovvero solo nel secondo tempo. Troppo poco per battere una Nissa ordinata, giovane, in forma e galvanizzata dal due a zero dell’andata. Petrucci ha messo in campo la migliore formazione cercando di sorprendere i siciliani sia in velocità, con Domanico e La Canna, esterni, sia nel gioco aereo con Alessandrì. Un atteggiamento tattico offensivo e, naturalmente, rischioso. Nissa senza paura con i gioielli Rabbeni e Sassano, esterni, Marletta e Fricano, in avanti a centrocampo l’esperto Avola. Che la gara fosse stata difficile lo si è appreso dopo pochi minuti. Nissa più serena, Acri contratto. Dopo 8’ Rabbeni si invola sulla destra e con un diagonale manda la sfera sull’esterno. Petrucci inizia a sbracciarsi, urla e incita ma il suo Acri non decolla nemmeno con il sostegno dei duemila spettatori. I primi 15’ sono tutti del Nissa che con le ripartenze mette ansia il reparto difensivo anche se Deffo, uno dei milgiori, e Filippo fanno buona guardia. I rossoneri, però, non riescono a imbastire azioni, Galantucci, Domanico e La Canna, provano anche con spunti personali. Alessandrì inizia bene poi sembra lento rispetto ai più freschi nisseni ed allora Petrucci lo sostituisce con Foderaro.
La prima conclusione arriva solo al 44’ con un tiro da fuori di Galantucci parato in angolo. Occorre più pressing, però, per battere i siciliani e nel secondo tempo il baricentro del gioco acrese è molto più avanti. Nissa sulla difensiva ed in difficoltà. Al 13’ Avola ci prva da fuori ma Mauro c’è, dopo 2’ Galantucci viene agganciato in area ma un insicuro Del Rosso dice che tutto è regolare. L’Acri spinge e chiude nella propria metà campo la Nissa che capitola al 20’ quando Perrelli insacca al volo di collo pieno. Il comunale esplode, basta un’altra rete per pareggiare i conti ed essere salvi. Ma paradossalmente l’Acri si smarrisce e la Nissa con un diagonale di Sassano al 24’ colpisce il palo ed al 29’ con Rabbeni a cui si oppone alla grande Mauro. Da qui in avanti solo confusione tra le fila acresi che perdono la serenità ed hanno poche idee.
Petrucci tenta le carte Zicarelli e Visciglia ma la Nissa tiene ed anche bene fino al 50’ quando esplode la gioia dei circa cento tifosi siciliani. I rossoneri, molti in lacrime, devono accontentarsi degli applausi dei duemila supporter.

INTERVISTE - Sorrisi e urla di gioia da una parte, lacrime e disperazione dall’altra. Riccardo Petrucci, chiamato dalla società subito dopo la conclusione del campionato, è senza voce e visibilmente amareggiato. “Ci tenevo a fare bella figura, sapete che ho Acri nel cuore e non deve essere la società a ringraziare il sottoscritto ma viceversa. Ho trascorso venti giorni di passione e di tensione, ho preso una situazione difficile ma ci credevo ugualmente soprattutto nella gara di ritorno dove sapevo del grosso afflusso di pubblico. Mi dispiace soprattutto per gli sportivi, davvero numerosi ed encomiabili ma anche la società non meritava questo epilogo perché è fatta di gente seria, capace e disponibile. Oggi dovevamo fare un’impresa ma la squadra era ancora provata e stanca per quanto accaduto nei mesi scorsi. Nel primo tempo abbiamo attaccato senza esporci poi nel secondo, quando abbiamo affondato di più, siamo riusciti a segnare ed a procurarci un rigore netto ma non dato. Alla fine l’Acri meritava il due a zero e, quindi, la salvezza.Petrucci, però, fa un passo indietro: “è chiaro che ci sono delle responsabilità e non sono imputabili alla società. Ho trovato giocatori scarichi dal punto di vista mentale e fisico e la colpa non è certo della dirigenza che si è fidata di alcuni professionisti. Non spetta a me trovare colpevoli, io non sono mai retrocesso ma la situazione era davvero critica per cui di più non si poteva fare però mi auguro che già domani qualcuno si prenda le proprie responsabilità.
Amareggiato anche il portiere Mauro, uno dei migliori della stagione: “è un dramma calcistico per tutti, a mente fredda dobbiamo analizzare cosa non ha funzionato. Di certo ci sono corresponsabilità che emergeranno ma retrocedere così fa davvero male. Personalmente ho fatto il mio dovere e mi dispiace molto per la città che mi ospita da sette anni. Oggi, però, meritavamo qualcosa di più soprattutto per quanto fatto nel secondo tempo mentre nel primo eravamo nervosi e imprecisi.





























































Foto: Giuseppe De Marco



PUBBLICATO 29/05/2012

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