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Nun me rompe er cà...

Franco Bifano
Foto © Acri In Rete
E’ davvero un Paese in confusione (per usare un eufemismo) il nostro. Succedono cose, con cadenza quasi quotidiana, a dir poco sconcertanti. Gli esempi sono talmente tanti e variegati che a volte non si sa proprio da dove iniziare. Proviamo, magari, cominciando dall’attualità.
Ma che Nazione siamo? Abbiamo un Governo tecnico, con un Ministro del lavoro Fornero che si commuove quando pronuncia la parola sacrifici ma poi quando deve parlare degli esodati (propongo a fine anno di assegnare come premio “il Pirla d’oro” a chi ha coniato questo termine orrendo), di persone che non hanno più uno stipendio e non possono neanche andare in pensione perchè lo Stato non mantiene gli accordi presi, dà letteralmente i numeri. Parla di 65.000 persone, mentre l’INPS sostiene invece 360.000. E’ singolare che un Ministro, cosiddetto tecnico, dimostri di non avere le idee chiare su numeri così delicati ed importanti.
E’localmente però, diciamoci la verità, che abbiamo vissuto il meglio dello “stupidario”. E’ successo infatti che il Direttore Amministrativo della ASP di Cosenza, Flavio Cedolia, intervenuto nell’ambito di una manifestazione del Rotary Club di Acri ha sostenuto l’intrepida tesi che l’ospedale di Acri non sarà ridimensionato (anzi potenziato) e che la denominazione “ospedale di montagna” è puramente formale (formale??) negando, di fatto, il contenuto di una delibera da egli stesso firmata in cui sottoscrive esattamente il contrario. E poi, se la denominazione è “puramente formale”, perchè nella delibera, caro Cedolia non ha scritto “ospedale generale”, visto che noi Acresi siamo gente strana, a volte, apprezziamo le formalità. Sa cosa le dico Egr. Direttore negli ultimi due anni abbiamo avuto modo di ascoltare, sull’argomento, molti insopportabili “cazzari” e le assicuro che avremmo fatto volentieri a meno di ascoltare anche Lei.
A tale proposito, vorrei consigliare, a futura memoria, a Lei e a chiunque avesse ancora in mente di venire a sostenere tesi a dir poco ardite come la sua, di ascoltare prima questo memorabile pezzo del grande Gigi Proietti e di trarne le opportune considerazioni.



PUBBLICATO 26/06/2012

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