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Amara terra mia!

Marcello Perri
Foto © Acri In Rete
Per l’ennesima volta, la Calabria è finita su tutti i giornali e tg nazionali. Come sempre, non si parla delle ricchezze e delle bellezze che rendono questa terra unica, ma di quella “malattia” che non si riesce a sconfiggere, quella “malattia” che negli anni ci ha reso famosi in tutto il mondo, la mafia. Anche il New York Times, qualche giorno fa si è occupato della Calabria, definendo lo stato dell’autostrada A3 come “il frutto marcio di una cultura che promuove lo scambio tra voti e posti di lavoro”. Questa è la copertina di presentazione di una terra meravigliosa , ma per noi calabresi, quest’affermazione non è certo una novità, per altri si.
Ma i problemi della nostra regione non sono solo questi, a tenere banco, ormai da mesi, è la questione sanità, vera spina nel fianco per l’attuale giunta regionale. Sulle testate giornalistiche regionali leggiamo, quotidianamente, di una sanità ormai allo sbando totale. Si legge dell’ospedale Annunziata al collasso, di ricoveri che possono avvenire solo in base al decreto 106. Il cittadino, quindi, non ha più il diritto alla libera scelta sanitaria. Intere comunità manifestano il proprio sdegno verso il piano di rientro che sta penalizzando intere aree urbane. Precari in piazza per difendere un posto di lavoro, uffici ticket chiusi, posti di degenza diminuiti drasticamente. Notizia di giornata, la dimissione del sub commissario alla sanità, Luciano Pezzi, si parla di divergenze con il Presidente Scopelliti per le scelte (scellerate) effettuate. Mentre in Calabria accade tutto questo, ad Acri c’è chi aspetta ancora di sapere le sorti dell’Ospedale Beato Angelo. C’è chi continua a rassicurare. Lo ha fatto l’europarlamentare Trematerra nel corso della tre giorni organizzata dal partito locale lo scorso Agosto. Si è detto certo che tutto sarebbe tornato alla normalità, che il nostro nosocomio sarebbe stato potenziato e tutto questo senza lunghe attese. “Non anni, non mesi ma questione di giorni” queste le sue parole. Sono trascorsi quasi due mesi, e ad oggi, niente è cambiato, anzi, qualcosa pare sia peggiorata.
Nelle piazze del nostro paesello si parla dell’uscita di presunti manifesti che dimostreranno il contrario. Io come il resto della cittadinanza aspetto, sperando che qualcosa cambi davvero. Bisogna però, prendendo atto del fallimento della politica, senza distinzione di colore. Ha fallito chi ci governa, ma ha fallito anche chi dovrebbe sorvegliare sull’operato di chi sta al comando.
Qualcuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, parola ormai troppo distante da chi dovrebbe fare l’interesse del cittadino. Inizia a respirarsi aria di campagna elettorale, strette di mano, sorrisi, promesse, giochi politici per assicurarsi un misero ma vitale voto, ai posteri l’ardua sentenza.

PUBBLICATO 10/10/2012

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