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Proposte a costo zero al futuro Sindaco

Fabio De Marco
Foto © Acri In Rete
Le primarie del PD acrese hanno registrato una grande partecipazione cittadina, con voti di opinione espressi trasversalmente dall’estrema sinistra al centro - destra. Questa vittoria della democrazia, che ridà fiducia e forza alle forme tradizionali di rappresentanza, credo vada celebrata con un immediato impegno su pochi ma concreti, risoluti, punti programmatici.
Non ho, né auspico, progetti di ingegneria sociale preconfezionati da sperimentare. Presento solo due proposte che ritengo prioritarie.
La prima è la creazione di un luogo di incontro pubblico permanente, di un “hub” in cui possano convergere le varie “reti” di persone, uno spazio di socialità e convivialità alternativa ai luoghi di consumo, possibilmente dotata di strumenti multimediali e spazi di lettura. Un luogo in cui possano incontrarsi le persone con disabilità, gli anziani, i disoccupati e i giovani alla ricerca del primo lavoro. Infatti, il dramma dell’essere disoccupati non consiste soltanto nell’avere poco reddito, ma anche nella perdita dei legami sociali. Lo studente che finisce la scuola e diventa disoccupato, perde la sua socialità, le reti di relazioni che lo tenevano dentro una situazione di esistenza quanto meno appagante (Bevilacqua).
La seconda è la creazione di una moneta locale, costituendo il Comune come una sorta di “prestatore (di prima! e) di ultima istanza. In definitiva, la produzione di un mezzo di pagamento comunitario alternativo e complementare all’euro, così come sperimentato da anni a livello internazionale e nazionale (dai precursori Simec ed Eco-Aspromonte agli attuali Scec, Nauno, Toc, Kro, Tau, Napo, ecc. Autorizzati dall’Agenzia delle Entrate nel 2010).
L’obiettivo principale è dare potere d’acquisto a chi non ne ha, mirando alla soddisfazione dei bisogni essenziali ed immediati, favorendo lo sviluppo dell’economia locale; il tutto attraverso un “credito” collettivo, a costo zero.
La creazione di uno strumento di pagamento comunitario non vuole essere una forma di autarchia o la falsariga di un “socialismo in un solo Paese” di staliniana memoria, ma un modo per arginare, nel breve periodo, la sacca di esclusione sociale che cresce nella nostra comunità; una risposta alle esigenze che non vengono soddisfatte dall’economia prevalente (neoliberista) e dagli Enti locali indebitati. Un modo per incidere e reagire hic et nunc alle distorsioni della sovranità monetaria internazionale, secondo l’antico motto “pensare globalmente ed agire localmente”.

PUBBLICATO 21/12/2012

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