Processo Roselli, medici sott'accusa


Rosanna Caravetta

Nuovi importanti risvolti nel processo Roselli, il 63 enne morto il 29 giugno del 2014 all’Annunziata di Cosenza per cause tutte da accertare.
Si amplia adesso il capo di imputazione per i medici coinvolti nella vicenda. Il nuovo scenario è stato disegnato lunedì scorso , nelle aule del Tribunale di Cosenza durante l’ultima udienza che ha riservato un colpo di scena. La Procura bruzia, nella persona del Pm Margherita Saccà, ha infatti chiesto, a seguito dell’istruzione dibattimentale, una modifica del capo di imputazione per i medici imputati chiedendo che ora dovranno rispondere, oltre che dell’errata terapia antibiotica e delle carenze del post operatorio nei confronti del signor Roselli, anche dell’errata tecnica operatoria utilizzata durante l’intervento del giorno 21 giugno 2014. In pratica, secondo la Procura, il primo intervento chirurgico eseguito presso la "Falcone" di Cosenza , sarebbe stato fallace in quanto svolto con la tecnica laparoscopica e non laparotomica che avrebbe invece permesso una completa opera di ripulitura e scongiurato l’insorgere della sepsi. E’ chiaro che l’ampliamento del capo di imputazione aggrava la posizione dei medici. Pienamente condivisa dal legale della parte civile, l’avvocato Vincenzo Conforti del foro di Bari la richiesta del Pm "atteso che sin dall’inizio di questa vicenda – ha spiegato il legale - abbiamo insistito sull’errata tecnica chirurgica utilizzata durante il primo intervento. D’altronde, l’istruttoria dibattimentale sin qui espletata e, riteniamo, le successive deposizioni degli altri consulenti non potranno che confermare questo dato.” Il processo proseguirà l’11 luglio. Saranno sentiti gli altri consulenti medici della procura. |
PUBBLICATO 31/05/2018 | © Riproduzione Riservata

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