OPINIONE Letto 3083  |    Stampa articolo

SUDditanze

Foto © Acri In Rete
Franco Bifano
condividi su Facebook


L’emergenza certamente non è ancora finita, però le misure adottate cominciano a mandare i primi segnali positivi che lasciano intravedere finalmente il possibile raggiungimento dei risultati sperati.
Non è certo però il caso di rilassarci e abbassare la guardia. Anzi, è proprio questo il tempo di rendere più incisive le azioni difensive intraprese. Insomma, bisogna tenere duro ancora per un po’ e continuare ad utilizzare bene la più efficace arma che abbiamo per contrastare il virus: restare stare a casa!
Tuttavia, vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se il primo focolaio fosse partito dal Sud? Per intenderci da Catania-Messina a salire su per lo stivale.
Lo scenario che oggi si sarebbe presentato agli occhi del mondo sarebbe di gran lunga più grave di quello già inquietante di Lombardia-Veneto e Piemonte messe insieme.
Questo, non certo perché la qualità del nostro personale sanitario sia inferiore a quello del Nord, tutt’altro! La catastrofe si sarebbe originata per una serie di motivi nel tempo diventati cronici. nell’ordine: la mancanza di strutture adeguate; la palese disorganizzazione; l’inadeguatezza di chi ricopre ruoli decisionali; la mancanza di posti letto sia in pre-intensiva che in terapia intensiva vera e propria, nonché per la eterna insufficienza numerica di personale medico-infermieristico.
Insomma, l’insieme di tutti questi elementi negativi avrebbero contribuito a realizzare una miscela esplosiva con effetti potenzialmente devastanti e scenari apocalittici.
In altre parole, tuti noi avremmo corso il rischio concreto di venire decimati da un virus che, come abbiamo visto, si diffonde alla velocità della luce.
In un contesto del genere, non ritengo azzardato immaginare gli effetti che questo avrebbe prodotto nel resto del Paese. Non mi sarei stupito se, ad esempio, per contenere il diffondersi del virus sarebbero state apportate misure di contenimento molto severe.
Come il blocco dei voli e magari la costruzione di una barriera stradale tra Napoli e Bari presidiata dall’esercito, per impedire qualsiasi spostamento da Sud a Nord.
Insomma, saremmo stati tagliati fuori dal resto d’Italia magari con l’idea di dover salvaguardare il motore produttivo del Paese
Ritenete questa un’ipotesi azzardata? Forse, comunque sarebbe opportuno non sottovalutare il gravissimo pericolo corso perché è chiaro che (al momento!) ci è andata bene.
Sarebbe per questo il caso di accendere almeno un cero al giorno, per tutta la durata della pandemia, a San Francesco di Paola e al nostro Sant’Angelo.
Al termine della emergenza avremo imparato qualcosa? Lo spero, ma resto scettico.
Eppure dopo questa esperienza non dovrebbero esserci più scuse né attenuanti per non voler voltare finalmente pagina.
Forse potremmo non avere un’altra occasione per farlo! Bisogna però incominciare da subito. Come? Intanto, vigilando con serietà affinché le ingenti risorse, destinate alle imprese per il loro rilancio, non finiscano in mani sbagliate come teme il dott. Gratteri.
Investendo fin da subito nelle qualità delle menti più brillanti che escono dalle nostre Università, creando le condizioni affinché riescano ad esprimere al meglio le proprie potenzialità, senza dover migrare altrove per poterle mettere in atto. Quale occasione migliore per liberare i giovani dalla schiavitù dell’eterno precariato? È forse giunto il momento di utilizzare finalmente il parametro della meritocrazia per designare i responsabili dei settori strategici della sanità e non solo, smettendo di piazzare nei posti strategici il solito galoppino del politico di turno.
A proposito di politica, non sarebbe il caso che i partiti approfittassero dell’occasione per rinnovarsi completamente, attingendo alle migliori risorse del territorio e non costringendoci a votare sempre la peggiore feccia spacciandola per vino novello!
È vero siamo una regione complicata che vive una realtà complessa e subisce il pesante condizionamento della ‘ndrangheta.
Vogliamo per questo restare per sempre genuflessi e continuare a baciare le mani o rialzarci?
Questa drammatica esperienza dell’emergenza Codid19 ci darà spero la possibilità di aprire una nuova fase, una nuova stagione.
Toccherà a noi saperla cogliere.
Potrebbe rappresentare una rinascita, una nuova primavera.
Sarebbe un peccato mortale farcela sfuggire, magari con la banale scusa di essere allergici al polline!

PUBBLICATO 14/04/2020 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

OPINIONE  |  LETTO 1010  
Le parole sono pietre
Quando Alessandra Pettinato mi ha girato la locandina dello spettacolo teatrale “Parole contro la guerra” (con il messaggio “ti aspettiamo”), ho pensato: in un Mondo che sembra impazzito e sull’orlo d ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 2235  
Lettera al sindaco
Quello che oggi si sta verificando in materia di sanità, ed in particolar modo riferito al nostro nosocomio, non è altro che il frutto di un percorso intrapreso negl'ultimi dieci anni ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 4601  
Caro amico, ti scrivo…
Questi giorni sono stati molto complicati, ho fatto persino fatica a mettere insieme i tanti ricordi. Del resto, quando ci siamo conosciuti eravamo due adolescenti con molti grilli per la testa e mag ...
Leggi tutto

CONCERTI  |  LETTO 456  
Sabato concerto di Pasqua con il duo Gibboni-Dalia
Giuseppe Gibboni, vincitore nel 2021 della 56esima edizione del Premio Paganini di Genova, quarto italiano nella storia dellacompetizione violinistica più prestigiosa al mondo, e Carlotta Dalia, ...
Leggi tutto

STORIA  |  LETTO 622  
Cristo velato
Il corpo di Cristo martoriato dalla passione è ricoperto da un velo affinché i nostri occhi non vedano quelle ferite sanguinanti, profonde, crudeli che abbiamo inflitto al figlio di Dio. ...
Leggi tutto