Il provvedimento di concessione può essere revocato
Angela Forte
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Negli ultimi giorni, sta tenendo banco, il problema del randagismo e la nascita dell’oasi canina in contrada Gallice. Malumori nella minoranza perché l’oasi è stata realizzata con fretta, e dubbi in merito alla realizzazione.
Intanto, i Nas, hanno rilevato, “lievi criticità” e l’amministrazione deve adempiere, entro 15 giorni a colmarne alcune entro 60 altre. Per assurgere a tali inidoneità, l’amministrazione sta per pubblicare un bando di gara per selezionare un impresa che esegua i lavori. Inoltre, ricordiamo, che l’associazione “qua la zampa”, (che ci dispiace venga coinvolta in tale diatriba perché ottempera ad un egregio lavoro) percepisce dal comune 936, 00 euro di rimborso spese, così si legge nella determina comunale. Ma perché questo excursus storico sulla nascita dell’oasi, pregevole iniziativa, se risolvesse davvero il fenomeno del randagismo, ma non realizzata a Gallice. Vogliamo attenzionare una problematica molto rilevante. Da disamina di atti comunali risulterebbe che l’oasi canina, infatti, è stata realizzata su l’area del PSR, di contrada Gallice, per cui il comune ha ricevuto un finanziamento regionale di 438.801 mila euro. Abbiamo confrontato, gli atti dell’amministrazione e le risultanze sembrano evidenti, l’oasi è stata realizzata sulla particella n. 108 del foglio 29, come riportato sulla planimetria allegata, e l’area oggetto di PSR comprende, fra le altre, la stessa particella, la 108 contenuta sul foglio 29. Il regolamento regionale che stabilisce i criteri per l’attribuzione di fondi per il PSR, recita ”le aree psr non devono essere destinate ad altro uso, per tutta la durata dell’impegno, ossia 5 anni, a partire dalla data in cui all’ente viene notificato l’avvenuto finanziamento”. La determina del responsabile comunale,- si legge -, reca data di notifica dell’ avvenuto finanziamento, 14/10/2013, nota n. 0320294, se così fosse il comune ha commesso un grave illecito, l’area è vincolata fino al 2018 e l’oasi non può occupare la stessa. Ancora, la misura 226, quella oggetto del PSR, prevede: “ricostituzione del potenziale produttivo forestale e interventi preventivi”. Nelle disposizioni attuative, della suddetta misura, al punto 8, “impegni assunti dai beneficiari” recita: non alterare, salvo quanto concesso in fase di variante in corso d’opera, la natura o le condizioni di esecuzione del progetto di investimento, per almeno 5 anni a decorrere dalla decisione individuale di concessione dell’aiuto “. L’unica variante, in corso d’opera, che è stata richiesta reca data 23/10/2014 riguardava la variante ubicazionale, ovvero dal bosco di Galluzzo a quello di Gallice. Inoltre, aver sottoscritto un intesa con l’associazione “qua la zampa”, erogandogli circa 936,00 di rimborso spese potrebbe, rientrare in qui divieti attestati nelle prescrizioni del PSR ovvero “conferiscano un indebito vantaggio ad una impresa o a un ente pubblico”. Tutti i consiglieri di minoranza, sono pronti a dare battaglia, se così fosse, il finanziamento PSR potrebbe essere revocato e, non è nostro compito evidenziare in quali altri provvedimenti potrebbe incorrere l’ente comune già in situazione di dissesto. |
PUBBLICATO 16/12/2016 | © Riproduzione Riservata

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